Il bollettino di Asst Monza

In calo i ricoverati per Covid al San Gerardo. L'esperto "Situazione stabile"

Paolo Bonfanti "Le persone fragili e immunodepresse continuano ad essere a rischio e costituiscono la maggior parte dei ricoveri in questa fase".

In calo i ricoverati per Covid al San Gerardo. L'esperto "Situazione stabile"
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Passano da 41 a 31 in una settimana i pazienti con il Covid ricoverati al San Gerardo di Monza. Numeri in calo dunque e Terapia Intensiva Covid free anche nella settimana appena trascorsa.

In calo i ricoverati per Covid al San Gerardo

Secondo il bollettino diffuso oggi da Asst Monza al momento presso l'ospedale monzese si trovano 16 pazienti Covid nel reparto di Malattie Infettive, tre in Pneumologia (Sub intensiva) e 12 pazienti in altri reparti. Cinque invece i decessi nell'ultima settimana.

Rispetto ai dati forniti il 4 aprile dunque si assiste ad un calo dei ricoveri e anche ad un calo dei soggetti che sono giunti in Pronto soccorso: erano 1946 nella settimana dal 28 marzo al 4 aprile mentre negli ultimi sette giorni sono stati 1906, di cui 17 ricoverati per Coronavirus.

L'esperto "situazione stabile"

“Il numero dei pazienti ricoverati presso l’ASST di Monza è calato rispetto alla settimana precedente, anche in virtù della negativizzazione al tampone di soggetti precedentemente positivi - ha spiegato il Prof. Paolo Bonfanti, Direttore unità operativa di Malattie Infettive. Attualmente stiamo vivendo una situazione di stabilità, in cui il bilancio di nuovi ingressi e dimissioni è sostanzialmente in pareggio. La circolazione del virus nella popolazione, come si vede anche dai bollettini nazionali, continua ad essere elevata in relazione anche alla diffusione della variante Omicron 2 (BA.2), oramai predominante in tutta Italia, molto contagiosa ma meno pericolosa e quindi con un minore impatto sulle strutture sanitarie. La minore pericolosità non deve indurre però a pensare che la pandemia sia finita, le persone fragili e immunodepresse continuano ad essere a rischio e costituiscono la maggior parte dei ricoveri in questa fase. È un dovere di ciascuno proteggere questa popolazione più vulnerabile, continuando ad adottare - soprattutto negli ambienti chiusi - le misure di mitigazione dei contagi (mascherina, evitare sovraffollamenti e igiene delle mani)”.

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