L’aveva ospitato quando era un bimbo. Ora salva la sua famiglia dalle bombe
Una besanese ha riaperto le porte di casa a venticinque anni di distanza.
Lo ha amato come un figlio dalla prima volta che lo ha ospitato a casa sua durante i soggiorni terapeutici organizzati per i bambini di Chernobyl. Correva l’anno 1997 e il piccolo Oleg Ivasenko aveva solo 5 anni e tanta voglia di diventare un uomo felice e realizzato.
L’aveva ospitato quando era un bimbo. Ora salva la sua famiglia dalle bombe
Adesso, invece, che di anni ne ha 30, vorrebbe solo fuggire dall’Ucraina e riabbracciare la moglie 23enne Alina Ivasenko, all’ottavo mese di gravidanza, e l’altra bambina di 5 anni della ragazza, Melania; entrambe ospiti della sua «zia italiana»: Antonella Maspero. A raccontare la storia di questo ragazzo e della sua famiglia al nostro settimanale è stata la besanese stessa per sensibilizzare l’opinione pubblica affinché aumentino i cittadini disposti ad accogliere i profughi di guerra.
«Ho conosciuto Oleg quando era un bambino e da quel momento non ci siamo più persi di vista - ha spiegato con l’angoscia nel cuore - All’inizio veniva a stare da me una volta all’anno, poi sono riuscita a farlo venire in Italia anche durante le vacanze di Natale. Era orfano e aveva solo la nonna in vita, finché non è venuta a mancare anche lei. Cresciuto, ha trovato un lavoro e si è fatto una famiglia. Tutto procedeva bene fino a quando non è scoppiato il conflitto con la Russia. Essendo un uomo non può abbandonare il paese, ma abbiamo subito deciso di cercare di mettere al sicuro la sua compagna, la figlia che porta in grembo e l’altra bambina. Così, da Kiev sono arrivate, con le loro cose in due sacchetti di plastica e in uno zainetto, a Bologna dopo giorni di viaggio su un bus; da lì hanno proseguito in treno fino a Milano, dove sono andata a prenderle. Ho visto il terrore nei loro occhi. Adesso vivono da un mese con me. Melania va all’asilo e impara in fretta la nostra lingua. Con Alina, invece, ci capiamo tramite il traduttore informatico. Inoltre, sta frequentando all’Ospedale di Carate il corso per il parto perché a breve darà alla luce la piccola Mia».
Il sogno di Oleg, attualmente ai confini con la Romania, dove lavora, è riuscire in tutti i modi ad arrivare a Besana per vedere nascere la sua piccola.
«Facciamo una vidoechiamata tutti i giorni, ma ogni volta che tarda a rispondere è per noi una fitta al cuore, uno strazio atroce - ha concluso Maspero - L’ultima volta mi ha detto: zia spero di riuscire a raggiungervi presto, ma comunque vadano le cose abbi cura di mia figlia proprio come hai fatto con me ...».