L'allarme dell'Enpa per l'emergenza selvatici
I consiglio dell'Ente nazionale protezione animali in caso di ritrovamento

Dopo un periodo incerto, con l'inizio della primavera dall'Enpa Monza è stata lanciata l’emergenza selvatici. E sabato 7 maggio si terrà un banco a tema in centro
L'Enpa e l'allarme selvatici
Finora la primavera è stata decisamente capricciosa, con precipitazioni praticamente assenti ma notevoli sbalzi termici, una situazione che ha messo a dura prova i selvatici, tanto è vero che presso il rifugio Enpa di via San Damiano a Monza si sta registrando l’ingresso di molti animali in condizioni di salute critiche: ricci
debilitati dal periodo post letargo, minilepri, nidiacei e adulti di merli, cince, colombacci, piccioni, gazze e tantissimi germani.
Questi animali vengono soccorsi da volontari Enpa, dalle forze dell’ordine, ma anche da cittadini premurosi che li portano poi al nostro rifugio, dove trovano veterinari e volontari esperti in grado di prestare loro le prime cure.
Sabato 7 maggio, dalle 9 alle 19, a Monza sotto i portici dell’Arengario di piazza Roma, sarà allestito un banco dedicato proprio alla fauna selvatica, dove si potranno trovare utili informazioni su questo magnifico mondo.
Soccorso sì, soccorso no
Ma quando è opportuno recuperare un animale e quando è meglio invece lasciarlo sul posto? Ecco qualche informazione fornita sempre dall'Enpa
I merli e le cornacchie ormai costruiscono i nidi nei nostri giardini e, per loro natura, è normale che escano dal nido quando sono ancora incapaci di volare e alimentarsi autonomamente, ma ciò non vuol dire che siano in difficoltà! I genitori, anzi, li seguono a distanza e li nutrono regolarmente finché non sono in
grado di rendersi autonomi e volare via con loro. Quindi, se sospettate che il piccolo possa essere abbandonato, osservatelo da una certa distanza (senza quindi spaventare eventuali genitori) per almeno un paio di ore; se in questo lasso di tempo nessun adulto si presenta per nutrirlo, allora, e solo allora, è il caso
di intervenire, così come nel caso di una minaccia diretta rappresentata da cani o gatti.
I ricci sono animali notturni, quindi vanno sicuramente raccolti se trovati a vagare con la luce del sole, perché significa che sono in uno stato di denutrizione tale da essere spinti a cercare cibo anche di giorno, sia adulti che cuccioli. Vanno raccolti anche ricci malati, che non si chiudono a “riccio” appunto, infestati da zecche o con ferite evidenti. Ma anche se si trovano nelle vicinanze di tombini aperti, piscine, strade troppo trafficate, reti metalliche o cantieri di lavoro: in questo caso bisogna allontanarli dalla fonte di pericolo, ma non troppo per non disorientarli. Al contrario invece, non vanno disturbati se incontrati di sera/notte in zone tranquille.
Se si raccoglie un riccio adulto sano perché magari in mezzo alla strada, non bisogna allontanarlo troppo perché potrebbe essere una femmina e se non riuscisse più a tornare alla tana, i cuccioli lasciati soli sarebbero condannati a morte.
I cuccioli di lepri e minilepri, che non nascono in tane come i conigli selvatici ma tra la vegetazione, spesso vengono raccolti erroneamente senza essersi assicurati che siano orfani, perché la mamma li lascia in un posto considerato da lei sicuro e li va a trovare ogni tanto per allattarli. Anche in questo caso è bene aspettare qualche ora prima di raccogliere il piccolo e assicurarsi che sia davvero orfano. È importantissimo non toccare a mani nude i cuccioli di mammiferi, per non contaminarli con il nostro odore di uomo, perché il loro olfatto sensibile porterebbe all’abbandono da parte della madre che non li riconoscerebbe più come suoi. Questo non vale per gli uccelli, ma è comunque sconsigliato toccarli e disturbarli inutilmente se non c’è reale bisogno di salvataggio.
Per evitare sbagli, prima di raccogliere un selvatico, è sempre meglio chiedere consiglio al Cras di Vanzago allo 02-9354 9076.
Come soccorrere gli animali
Quando si trova un animale ferito è bene raccoglierlo subito e riporlo in una scatola di cartone con fori per l’aria e imbottita con della carta. Non somministrare assolutamente all’animale alcun tipo di alimento (ad esempio pane e latte che spesso le persone danno ai piccoli ritrovati, potrebbero causare la morte degli stessi), ma solo acqua con un po’ di zucchero (data goccia a goccia facendola filtrare dai lati del becco assicurandosi che sia stata ingerita prima di darne ancora) per alzare il livello glicemico. È comunque fondamentale portarlo immediatamente in strutture idonee.
Purtroppo sono ancora troppe le persone che dopo aver fatto l’opera buona di salvare un animale selvatico, se lo portano a casa per diverse ore o addirittura giorni, prima di consegnarlo a chi di dovere, causandone la possibile morte per carenza di cure e cibo adatti, o compromettendo per sempre la sua reimmissione in
natura.
Altri addirittura, non pensano minimamente a portare l’animale ritrovato in una struttura idonea e lo crescono in casa costringendolo a vivere una vita inadeguata.
Ma la detenzione di fauna selvatica protetta e la loro cattura (anche se fatta in buona fede), è vietata per legge.







