Soffia cento candeline l’arcorese che venne imprigionato due volte
Grande traguardo quello raggiunto da Angelo Lerco. Gli auguri del sindaco Bono e di Laura Besana.

Non basterebbe un libro, anzi un romanzo, per raccontare la vita del neo centenario arcorese Angelo Lerco. Una vita fatta di sacrifici, guerra, prigionia e fame, ma anche di tanto amore per la moglie Cornelia, 89 anni, per la cognata Maria, per i due figli e quattro nipoti. Un traguardo, quello raggiunto venerdì scorso dal neo centenario, che è stato festeggiato anche dal sindaco Maurizio Bono e dal presidente del Consiglio comunale Laura Besana che hanno donato all'uomo una pergamena a nome di tutta l’Amministrazione comunale.
Soffia cento candeline l’arcorese che venne imprigionato due volte
Lerco, ancora molto arzillo e con tante passioni, ha una memoria di ferro, ricorda perfettamente tutti gli avvenimenti, tristi e felici, che hanno costellato la sua lunga vita e porta avanti ancora le sue grandi passioni: coltivare l'orto e travasare il vino dalle damigiane alle bottiglie. Il centenario nacque il 29 aprile del 1922 a Mezzago di Sotto, in provincia di Verona, ma è arcorese dal 1954, quando si unì in matrimonio alla sua amata Cornelia. In Brianza ha creato la sua famiglia e ha lavorato come operaio prima alla Falck di Sesto san Giovanni e poi ad Arcore, specializzandosi come elettricista.
Un piccolo libro con i suoi ricordi
Tanti, dicevamo, gli episodi che hanno contraddistinto la sua giovinezza e che lo stesso Lerco ha deciso, con l'aiuto della moglie, della cognata Maria e dei figli, di racchiudere in un piccolo volume, fatto di ricordi e testimonianze per le future generazioni.
«La mia giovinezza, come quella di tutti i miei coetanei, è stata segnata inevitabilmente dalla guerra che mi ha portato ad essere imprigionato per ben due volte, la prima in Germania e la seconda in Francia, ad Avignone - ha raccontato il centenario - Ma, fortunatamente, sono qui a raccontare quanto mi è accaduto. Fui chiamato alle armi a 19 anni, ero giovane. Ricordo la fatica provata per la fame, le malattie e le drammatiche avventure che hanno visto tanti miei amici andare avanti. E poi in Germania e in Francia venni rinchiuso per ben due volte in un campo di concentramento. In Francia passavamo i giorni a lavorare nei campi dove si coltivavano i fiori per fare i profumi, a ricostruire gli ospedali e anche i maneggi e tutto quello che la guerra aveva distrutto». La salute, nonostante l’età, non manca. «Ogni tanto mi fa male la schiena ma appena posso mi dedico al mio orto - ha continuato il centenario - Mi dedico alla coltivazione di insalata e patate almeno per un paio di orette al giorno. E riesco ancora a fare due rampe di scale per arrivare nella mia abitazione al secondo piano. Nella mia vita ho avuto la fortuna di aver sempre lavorato contento, non mi è mai pesato. E poi ho ricevuto tanto e ho cercato di dare altrettanto a chi aveva bisogno. Credo che sia questo il segreto di una vita piena ed intensa, circondata dai miei affetti».
I festeggiamenti
Nonostante questi trascorsi, e i segni che hanno lasciato nel corpo e nella mente, Angelo è riuscito ad arrivare a cent’anni nella sua casa di Arcore. Di qui i festeggiamenti specialissimi ai quali hanno preso parte anche il sindaco e il presidente del Consiglio comunale.
«A nome di tutta l'Amministrazione comunale porgo gli auguri al nostro concittadino - ha sottolineato il sindaco Bono - Mi ha stupito molto la sua lucidità e la memoria di ferro nel ricordare con precisione tutti gli avvenimenti della sua vita. A breve daremo il via ad un progetto che coinvolgerà i grandi anziani di Arcore e sicuramente chiederemo a Lerco di concederci una intervista per raccontarci la sua vita».