Arengario, il Comune di Monza condannato per discriminazione

Per i giudici l'utilizzo del palazzo di piazza Roma per le mostre ha leso i diritti dei disabili

Arengario, il Comune di Monza condannato per discriminazione
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Arengario, il Tribunale di Milano ha condannato il Comune di Monza per discriminazione per avere utilizzato il palazzo non accessibile alle persone con disabilità motoria

Arengario, Comune condannato

Per il Tribunale di Milano la decisione di allestire importanti eventi culturali in uno spazio inaccessibile ha ingiustificatamente escluso le persone con disabilità dalla partecipazione alla vita sociale. Questa la motivazione che ha portato alla condanna il Comune per discriminazione relativamente alla questione Arengario, cominciata due anni fa dopo la denuncia dell'associazione Ledha, contraria al fatto che si tenessero mostre in Arengario senza  possibilità (vista la mancanza di un ascensore) di accesso ai disabili.

Gli uffici di piazza e Trieste dovranno ora versare anche 3mila euro a titolo di risarcimento e pagare le spese legali. Il giudice ha quindi accolto il ricorso presentato da Ledha - Lega per i diritti delle persone con disabilità, rappresentata dagli avvocati Gaetano de Luca e Barbara Legnani.

Arengario, condanna per discriminazione

Il giudice ha rilevato nel comportamento del Comune una discriminazione di natura indiretta.

"L’omessa predisposizione da parte dell’amministrazione di misure volte a eliminare le barriere architettoniche in un luogo destinato alla frequentazione collettiva, sebbene possa apparire una condotta neutra, è idonea a incidere, di fatto, nella sfera soggettiva di tutti i portatori di disabilità motoria", ha scritto il giudice nella sentenza. Evidenziando come, a seguito della decisione del Comune di allestire una serie di importanti eventi culturali all’interno dell’Arengario, le persone con disabilità "sono state estromesse in via ingiustificata dalla partecipazione alla vita sociale".

Una sentenza a favore dei disabili

"Questa sentenza è arrivata al termine di un percorso che è partito da lontano: la nostra prima diffida al Comune di Monza in merito alla mancata accessibilità dell’Arengario risale infatti al febbraio 2020 - ha commentato Alessandro Manfredi, presidente di Ledha - Siamo soddisfatti per il pronunciamento del giudice che ha ribadito il diritto delle persone con disabilità a partecipare alla vita culturale e agli eventi pubblici in condizioni di parità con gli altri cittadini. Tuttavia non possiamo non sottolineare come tutto questo avrebbe potuto essere evitato se da parte del Comune di Monza ci fosse stata una maggiore collaborazione".

"Siamo soddisfatti per questo pronunciamento: è stato riconosciuto quello che la nostra associazione ha denunciato a lungo, ovvero la discriminazione ai danni delle persone con disabilità. Avremmo però preferito evitare di arrivare a questo punto avviando un dialogo costruttivo con l’amministrazione locale invece di essere costretti a rivolgerci a un tribunale" ha poi aggiunto Giorgio Fumagalli, presidente di Ledha Monza e Brianza.

Il Comune dal canto suo si è difeso, sottolineando la volontà di voler trovare una soluzione in accordo con la Soprintendenza. Ma tanto non è bastato, e i giudici hanno ugualmente ribadito la condanna per discrimazione.

 

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