Villasanta

La "regina" di San Giorgio compie 100 anni

Grande festa per la villasantese Laura Rossi che ha ricevuto anche gli auguri del sindaco Luca Ornago e dell'assessore Laura Varisco

La "regina" di San Giorgio compie 100 anni
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E’ raggiante in volto, tiene ancora molto al suo aspetto fisico e si interessa di tutto ciò che accade nel mondo. Ma c’è un segreto dietro a questo benessere fisico e psicologico che la fa sembrare un'eterna giovincella: abitare a meno di cento metri dal Parco di Monza, respirare l’aria buona del grande polmone verde e godersi la quiete del suo grande giardino di casa.

L'elisir di lunga vita

E’ questo l’elisir di lunga vita di nonna Laura Rossi. La donna, conosciuta in tutta San Giorgio e anche  a Villasanta,  abita in via Regina Margherita, lunedì scorso  25 luglio 2022 ha soffiato 100 candeline circondata non solo dall’amore dei figli Enrica, Paolo e Antonella ma anche del sindaco Luca Ornago e dell’assessore alle Politiche Sociali Laura Varisco che le hanno portato gli auguri di tutta Villasanta e le hanno regalato un libro sulla storia del paese.

Il marito era un candeggiatore

Originaria della storica corte dei Rossi, la neo centenaria è cresciuta curando i suoi 7 fratelli più piccoli.

"Purtroppo non avevo tempo di cercarmi un lavoro, dovevo aiutare i miei genitori a tenere a bada i miei fratelli più piccoli", ha commentato la donna. Negli anni ‘40 si fidanzò con Vittorio Rossi (originario di Villa San Fiorano). I due innamorati si unirono in matrimonio  il 28 settembre del 1949 nella chiesa di San Giorgio.

"Mio marito portava avanti l’attività di candeggiatore che aveva ereditato da suo papà Paolo - ha continuato la donna - A Villasanta erano in tanti che si occupavano di questa attività soprattutto per via della presenza del fiume Lambro che favoriva questi processi di candeggio dei tessuti. Io mi dedicavo alla famiglia e ai nostri tre figli ma davo una mano anche in azienda. Noi ci dedicavamo al candeggio del lino, eravamo gli unici in zona. Prima dell’avvento delle macchine industriali ricordo ancora che, nei prati accanto al nostro capannone, stendevamo le matasse di lino per favorire il processo di asciugatura. Era un lavoro pesante... ".

Villasanta patria dei candeggiatori

Forse non tutti sanno che Villasanta è da sempre patria dei candeggiatori. L’abbondante presenza di acqua del Lambro e delle rogge aveva del resto attivato già dal 1.700 la presenza delle cosiddette "sbianche", prime lavanderie artigianali che stendevano poi i loro panni ad asciugare e sbiancare nei prati limitrofi alle rogge. Le attività artigianali di questi lavandai costituirono la base per la nascita e lo sviluppo di molte aziende, che ben presto si moltiplicarono. E a queste si affiancarono anche i "candeggiatori", a tal punto che Villasanta poteva vantare la presenza sul territorio di ben 13 attività imprenditoriali che operavano in questo settore, compresa l'attività iniziata da Paolo Rossi e continuata con il figlio Vittorio. Un vero record. Da questa tradizione emersero gradualmente alcune industrie del candeggio e del finissaggio dei tessuti.

Non solo lavoro, per Laura e Vittorio c'erano anche momenti di svago

Ma chi pensa che la vita faticosa trascorsa dai nostri "vecchi" era fatta solo di lavoro e famiglia si sbaglia, e Laura e Vittorio ne sono testimoni.

"Mamma e papà si sono dedicati tanto al lavoro ma sono anche riusciti a godersi la vita - ha aggiunto la figlia Enrica - La sorella di mio padre era appassionata di musica lirica a tal punto che si era esibita tante volte al teatro alla Scala di Milano. Questa sua passione l’aveva trasmessa anche ai miei genitori e quando c’era l’occasione di andare a teatro non se la facevano di certo sfuggire. Durante una serata ebbero anche la fortuna di conoscere il grande Luciano Pavarotti. L’altra grande passione di papà era l’arte. Papà aveva un estro per la pittura che gli aveva trasmesso la sua insegnante di disegno. Fin da piccolo si vedeva che ci sapeva fare. Probabilmente avrebbe anche potuto fare carriera ma fin da subito i miei nonni gli fecero capire che doveva lavorare e non dedicarsi all’arte. Però ancora oggi, nella nostra abitazione, abbiamo moltissimi quadri fatti da lui, sono un bellissimo ricordo".

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