A 30 anni perseguita l'ex fidanzata 15enne e la famiglia
I Carabinieri di Agrate hanno arrestato un 30enne marocchino che, dopo la fine della relazione con un'adolescente di Agrate, aveva iniziato a perseguitare lei e la famiglia.
Malgrado i suoi 30 anni aveva iniziato una relazione con una adolescente di 15. E quando lei l'ha lasciato, l'uomo, di origine marocchina, ha iniziato a perseguitarla. Un incubo finito con l'arresto per stalking e lesioni dello straniero
Un incubo per una adolescente di 15 anni e la sua famiglia
I Carabinieri della Stazione di Agrate Brianza hanno notificato a un marocchino 30enne, già rinchiuso nel carcere di Monza, un’ordinanza di custodia cautelare per stalking emessa dal gip del Tribunale del capoluogo brianzolo su richiesta della Procura della Repubblica, perché avrebbe perseguitato e minacciato di morte l’ex fidanzata minorenne e i suoi familiari. Il giovane, disoccupato con precedenti di polizia, non accettando la fine della relazione sentimentale, aveva iniziato ad inviarle incessantemente messaggi minatori e offensivi.
L’indagine è partita a seguito di una dettagliata denuncia presentata ad aprile dalla vittima accompagnata dai genitori dai Carabinieri di Agrate Brianza, in cui aveva descritto le vessazioni psicologiche e fisiche che era stata costretta a subire. Il rifiuto subito aveva alimentato nell’uomo un risentimento tale da portarlo a presentarsi, oltre presso l’abitazione della ragazza, minacciandone i familiari, anche nell’istituto scolastico frequentato dalla stessa, entrando in aula durante la lezione ed insultando docenti e compagni di classe.
L'inizio della relazione
Il 30enne, da gennaio 2022, aveva iniziato una relazione sentimentale con una minore appena 15enne, rapporto che per la notevole differenza di età preoccupava soprattutto i genitori per i continui ritardi della figlia nel fare rientro a casa. Il marocchino non gradendo le limitazioni imposte dai genitori, prima iniziava a pressare la fidanzatina con numerosi messaggi anche vocali, invitandola a riferire alla madre di farla uscire, poi presentandosi sotto l’abitazione della stessa, dove aveva un diverbio con i familiari, in particolare con la madre.
La ragazza comprendendo l’indole del giovane decideva di troncare la relazione, ma lui non si rassegnava e continuava ad importunarla mandandole messaggi, telefonandole continuamente e pedinandola per strada, fino ad assumere atteggiamenti aggressivi nei confronti della giovane e dei suoi familiari.
Il 30enne non ha esitato in più occasioni a presentarsi anche presso l’istituto scolastico frequentato dalla minorenne, per poi seguirla all’uscita fino alla fermata del pullman pretendendo di accompagnarla fino a casa. Mentre in un episodio lo stesso era entrato in aula durante le lezioni facendo segno alla ragazza di uscire, non esitando ad insultare l’insegnante ed i compagni di classe.
Un incubo incessante
Nelle sue visite nei pressi dell’abitazione della ragazza non lesinava di vessare ed aggredire i familiari, in particolare mentre la ragazza stavo passeggiando in compagnia della sorella maggiore (24enne) e di un’amica, prima seguiva le tre ragazze ed una volta raggiunte si poneva davanti a loro bloccandogli la strada con il proprio corpo, insultandole per poi fortunatamente allontanarsi ma non senza averle terrorizzate.
In un’altra occasione, sempre sotto casa della minore, aggrediva il fratello 19enne mentre passeggiava con la propria fidanzata colpendolo al capo con schiaffi e pugni provocandogli un trauma cranico e varie contusioni al volto con 3 giorni di prognosi.
Ormai sia la ragazza che i suoi familiari vivevano in un clima di paura, tanto da decidere di non uscire più soli, facendosi compagnia a vicenda.
Dopo tutte queste incursioni ed aggressioni la ragazza era stata "costretta" a trasferirsi temporaneamente presso l'abitazione di un parente fuori dalla provincia brianzola.
Ora il ragazzo, già detenuto, dovrà rispondere di atti persecutori aggravati dal fatto di averli commessi nei confronti di una persona legata da relazione affettiva nonché minorenne, atti persecutori continuati nei confronti dei familiari, madre, sorella e fratello, lesioni aggravate nei confronti del solo fratello della vittima, tutti i reati aggravati dalla recidiva infraquinquennale.
I precedenti del 30enne
L’uomo, residente a Cavenago di Brianza, dall'1 giugno si trova in carcere poiché arrestato sempre dai Carabinieri agratesi in esecuzione ad un’altra ordinanza di misura cautelare emessa dalla stessa autorità giudiziaria, in quanto lo stesso veniva ritenuto l’autore di una rapina avvenuta il 12 maggio 2022, in pieno pomeriggio nei giardinetti di Cavenago, quando assaliva, colpendolo con a calci e pugni, un 36enne chef di origine pakistana che tornava dal lavoro per impossessarsi del suo zainetto senza esitare a colpirlo alla testa, prima con una bottiglia di vetro ritrovata nelle vicinanze e poi con un sasso. Solo l'intervento di un passante che aveva allertato le Forze dell’ordine ed i soccorsi aveva scongiurato il peggio, fortunatamente per la vittima la prognosi era stata di 10 giorni. Le celeri indagini coordinate dalla Procura di Monza avevano permesso la richiesta e la contestuale emissione del provvedimento restrittivo.
Inoltre, dalla consumazione della rapina all’esecuzione della prima ordinanza, il giovane si era reso protagonista di un altro episodio che si concludeva con un ulteriore arresto in flagranza di reato, quando i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Vimercate, nel pomeriggio del 17 maggio, in seguito alle continue chiamate pervenute alla centrale operativa di Monza da privati cittadini che segnalavano un Suv che percorreva a forte velocità le vie del centro abitato di Cavenago di Brianza creando pericolo per automobilisti, ciclisti e pedoni, rintracciavano l’autovettura segnalata posteggiata con a bordo ancora il conducente che alla vista dei militari scendeva dal mezzo e si dava alla fuga, ma i militari, dopo poche centinaia di metri, riuscivano a bloccarlo. Il ragazzo però nel tentativo di divincolarsi e sottrarsi al controllo non esitava ad opporre resistenza aggredendo uno degli operanti: fortunatamente il militare riportava solo lieve contusione alle dita di una mano ricorrendo alle cure del caso presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Vimercate. Per il giovane, in evidente stato di alterazione per assunzione di sostanze stupefacenti, come successivamente accertato, veniva arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e segnalato per la guida sotto l’influenza di droghe e dichiarato in stato di arresto passando la notte ai domiciliari e l’indomani accompagnato all Tribunale del capoluogo brianzolo per essere giudicato con il rito direttissimo conclusosi con la convalida dell’arresto e l’emissione della misura cautelare dell’obbligo di firma presso la Stazione Carabinieri competente.