La pop art a Monza: in Villa Reale arriva Keith Haring
Dal 30 settembre al 29 gennaio 2023, dopo il successo del tour americano «Radiant Vision» sbarca nell’Orangerie
Dopo il successo del tour americano Monza avrà l’onore di ospitare la mostra «Keith Haring. Radiant Vision», dedicata al celebre artista e writer americano scomparso nel 1990. Dal 30 settembre al 29 gennaio 2023, dopo il successo delle quattro tappe statunitensi, la pop art sarà protagonista nell’Orangerie di Villa Reale.
La mostra di Keith Haring a Monza
Oltre 100 opere del più celebre artista pop degli anni ’80, provenienti da una collezione privata, tra litografie, serigrafie, disegni su carta e manifesti, illustrano l’intero arco della breve ma prolifica carriera di Haring, esaminando diversi aspetti della vita e della produzione dell’artista, tra cui i disegni in metropolitana e la street art, le mostre in alcune delle più famose gallerie di New York, il Pop Shop e il suo lavoro commerciale.
Sostenitore della de-escalation nucleare, dei diritti civili, del benessere dei bambini e della consapevolezza dell’Aids (che poi lo uccise prematuramente) Haring ha trascorso la sua carriera realizzando poster, opere d’arte pubblica e commissioni di beneficenza a sostegno di queste cause vitali. In mostra i visitatori riconosceranno immediatamente gli iconici «Radiant Baby», che hanno permeato la cultura americana negli anni ’80 e sono diventati simboli emblematici dell’epoca.
«Le immagini sono potenti esempi di come Haring ha combattuto per il cambiamento usando l’arte come piattaforma per il suo attivismo. Il progetto espositivo vuole essere un tributo all’artista, appassionato sostenitore della giustizia sociale e che si è sempre dedicato ai giovani di tutto il mondo, sostenendo la loro salute e i loro diritti e supportando al contempo il loro sviluppo creativo», hanno spiegato i promotori sul sito della mostra (consultabile tra l’altro per tutte le informazioni).
Il percorso, i costi e gli orari
Il percorso di mostra si divide in nove sezioni: dall’«iconografia» in cui si racconta di come Haring si sia appassionato allo studio dei simboli e nonostante le sue abilità di disegnatore migliorano le linee si evolvono in pittogrammi runici dando vita al suo lessico visivo: cani che abbaiano, bambini radiosi, volti sorridenti, uomini segnati, figure danzanti, folle pulsanti, televisori incandescenti e Ufo che si spengono, tra gli altri simboli. C’è poi la parte dedicata alla «giustizia sociale» e una sezione al lavoro fatto con i giovani (tra cui un lavoro quattro mani con un bimbo artista precoce) e infine c’è «Head», la più grande stampa mai realizzata da Haring, rivisitazione moderna del racconto greco di Medusa, che usò per rappresentare l’Aids, il mostro che uccideva i suoi giovani amici sani in un batter d’occhio.
La mostra è aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (il biglietto intero costa 14 euro).