Tredici ore di attesa al Pronto soccorso, l’odissea di una pensionata di 87 anni
Il racconto del genero, Pierluigi Pecora: «C’era solo un dottore di turno e nessuna barella, mia suocera ha dovuto aspettare su una sedia»
Ha dovuto aspettare tredici ore seduta su una sedia del Pronto soccorso prima di essere distesa su una barella e poi ricoverata. E’ l’odissea di un limbiatese di 87 anni iniziata giovedì pomeriggio della scorsa settimana quando si è recata al Pronto soccorso dell’ospedale di Garbagnate Milanese, accompagnata dai figli.
Tredici ore di attesa al Pronto soccorso, l’odissea di una pensionata
«E’ inaccettabile tenere una donna così anziana seduta su una sedia ad aspettare per tutte quelle ore. Il problema è questo sistema sanitario che non funziona, non si può lasciare solo un medico di turno al Pronto soccorso per tutta la notte» si è lamentato Pierluigi Pecora, il genero dell’anziana che era al suo fianco in quella notte infinita.
Da qualche giorno la limbiatese avvertiva un forte affanno, così i figli hanno chiamato il medico di famiglia che è uscito per una visita a domicilio e, riscontrando uno scompenso cardiaco, ha consigliato di portarla al Pronto soccorso.
L'arrivo in Pronto Soccorso
«Giovedì mia moglie e suo fratello l’hanno accompagnata all’ospedale di Garbagnate, dove sono arrivati intorno alle 15 - ha raccontato Pecora, che è stato anche consigliere comunale - dopo il triage mia suocera è stata subito sottoposta a cardiogramma, misurazione della pressione e della saturazione, poi il tampone che ha dato esito positivo».
A quel punto la 87enne è stata fatta accomodare su una sedia in una zona riservata della sala d’attesa. «Fino alle 4,30 del giorno dopo non le hanno fatto più niente - ha continuato il genero - ogni tanto andavo a sollecitare, facevo presente che c’era una donna di 87 anni seduta su una sedia da ore, era scomoda e chiaramente non riusciva a dormire. Ma la risposta era che il dottore era impegnato in altre visite e non c’erano barelle disponibili».
Quando era quasi mattina, finalmente l’anziana è stata chiamata. «Alle 4,30 è arrivato il medico e finalmente mia suocera ha potuto stendersi su una barella, ma intanto sono passate più di 13 ore - ha continuato il limbiatese - alle fine, dopo tutte le visite necessarie, è stata ricoverata ma è riuscita a vedere un letto vero solo alle 11».
Un'esperienza traumatica
E’ stata un’esperienza traumatica per la pensionata, considerata l’età avanzata, e per i suoi famigliari. «Mi era capitato di leggere di lunghissime attese al Pronto soccorso ma mi sembrava impossibile, invece è successo anche a noi - ha commentato Pecora - Il personale dell’ospedale è stato molto gentile e ha cercato di fare il possibile ma è proprio questo sistema sanitario che è da rivedere, non è tollerabile che una persona di 87 anni venga sottoposta ad un’attesa così lunga e in tali condizioni».
In merito all’accaduto al momento non sono sono pervenute dichiarazioni da parte dell’ospedale.