Alpini in lutto: è andato avanti il grande vecio
Classe 1930, è morto Paolo Betti, la Penna nera più longeva del gruppo cittadino, a cui era iscritto da sempre.
Un picchetto d’onore intorno al feretro, il gagliardetto ai piedi dell’altare, la lettura della Preghiera dell’alpino, l’intonazione dello struggente canto-preghiera Signore delle cime. Così, nella chiesetta di via Vicenza e a due passi da casa sua, gli Alpini di Cesano Maderno hanno accompagnato nel suo ultimo viaggio l’alpino Paolo Betti.
Alpini in lutto: è andato avanti il grande vecio
Nato il 22 novembre 1930, l’alpino più longevo di Cesano Maderno è andato avanti nell’ospedale dove era ricoverato da qualche settimana. Alpino artigliere da montagna, iscritto al gruppo fin dall’anno di fondazione, il 1963, "era fiero e orgoglioso del suo essere stato alpino sia durante il servizio militare che da civile - commenta il capogruppo Giancarlo Novati - Una persona sempre disponibile a dare una mano, presente e collaborativo in tutte le attività alpine proposte".
Esempio di fedeltà e tradizione alpina
Un esempio di fedeltà e tradizione alpina che ha saputo tramandare ai soci più giovani. "Un vero bergamasco, umile, concreto e sbrigativo nel fare, un esempio per tanti alpini più giovani che hanno apprezzato le sue grandi doti di umanità e solidarietà" continua Novati. Sempre presente in piazza Esedra con l’immancabile pipa in bocca che era il suo tratto distintivo insieme ai lunghi baffi, Betti solo negli ultimi anni aveva allentato la sua presenza in sede causa acciacchi fisici. "Ciò nonostante non perdeva occasione di chiedere come andava il gruppo, e quando gli portavamo a casa il nostro giornalino, La Vuss, era felice, apprezzando le attività fatte dal gruppo e le premure e le attenzioni che riceveva dai suoi alpini" ricorda ancora Novati.