Erika, lavoratrice e mamma dopo oltre vent’anni ora è italiana
Di sacrifici ne ha fatti tantissimi e ha ottenuto la cittadinanza
E’ arrivata a Monza nel 2001, quando aveva appena 16 anni. Dietro di sé lasciava un paese splendido e immenso, l’Ecuador.
Erika è diventata italiana
In città, grazie alla sua determinazione, si è costruita la vita che voleva: il lavoro, il marito Matteo, i tre figli Giorgia, Diego e Leonardo. E ora, a oltre vent’anni dal suo arrivo, Erika Basurto, 37 anni, cameriera del noto locale del centro Qb e residente a Concorezzo, ha finalmente ottenuto la cittadinanza italiana. Un traguardo che la riempie di gioia e d’orgoglio, anche perché la strada è stata tutt’altro che in discesa.
Un percorso lungo vent'anni
"Come mi sento? Ho sentimenti contrastanti, lo ammetto - ha spiegato la donna nel suo italiano che è perfetto ormai da anni - In primis c’è la gioia. Quando mi hanno comunicato che le pratiche erano finalmente andate a buon fine sono rimasta senza fiato. Ho pensato a tutti i sacrifici fatti e ancora stento a crederci. Allo stesso momento, però, è come se mi sentissi in debito. Devo ringraziare anche mio marito che mi ha supportata in tutto questo lungo percorso. Ora aspetto solo la chiamata del sindaco di Concorezzo per poter andare in Comune a firmare".
Gli ostacoli burocratici
Basta, dunque, con le lunghe code per il rinnovo del permesso di soggiorno da rinnovare ogni due anni.
Ma il percorso, oltre che lungo, è stato disseminato di ostacoli tutti burocratici.
"Il problema principale è stato quello legato al reddito - ha sottolineato - Ho sempre lavorato, ma le ore che facevo non erano sufficienti a raggiungere il reddito minimo richiesto. Il punto è che non potevo aumentarle perché avevo i bambini piccoli e dunque non potevo assentarmi eccessivamente da casa. E in tal senso è stato fondamentale l’appoggio di tutti".
Ora la cittadinanza per la figlia
Il prossimo passo che intende fare è quello di cercare di fare ottenere la cittadinanza a Giorgia, la primogenita ora 14enne, nata in Italia dal suo primo compagno ecuadoriano. "Leonardo e Diego, nati da mio marito Matteo, sono entrambi italiani, mentre Giorgia, che pure è nata a Monza e che ha sempre frequentato le scuole in Brianza, non lo è. Lei si sente italiana al cento per cento, ma per la legge non lo è. Non essere cittadini comporta degli svantaggi enormi anche a livello di spostamenti tra paesi. Ora che frequenta la terza media dovrebbe andare in Inghilterra con la scuola, ma, essendo ecuadoriana, deve ottenere il visto, mentre ai compagni è sufficiente il passaporto. Avere la cittadinanza ha vantaggi di cui spesso gli italiani stessi non si rendono nemmeno conto".
L'arrivo a Monza quando aveva 16 anni
Un traguardo importante che per lei rappresenta anche l’occasione per guardarsi indietro. Erika ha trascorso i primi anni della sua vita in una delle favelas di Guayaquil, popolosissima città dell’Ecuador che si affaccia sul Pacifico.
Le difficoltà
A Monza - per la precisione in via Gorizia, traversa di via Borgazzi - è giunta quando aveva appena 16 anni, nel giugno del 2001, al seguito della madre (che ha lavorato come Asa, ausiliario socio-assistenziale, anche presso la Residenza Sant’Andrea, e che ancora non è riuscita a ottenere la cittadinanza) che proprio lì aveva trovato lavoro come badante. Erika, nell’appartamento di via Gorizia, è stata accolta da una coppia italiana a braccia aperte. Lì ha vissuto per circa due mesi.
I doppi lavori
Ma ha anche iniziato a sperimentare sulla propria pelle tutte le difficoltà che un paese straniero le metteva di fronte: il trasferimento ad Arcore e il lavoro presso una ditta, grazie al quale era riuscita a ottenere i documenti. Ma a un prezzo alto: infinite ore di lavoro e contemporaneamente un secondo impiego come donna delle pulizie.
La sua prima bimba e il matrimonio
Per i tre anni successivi ha poi lavorato a Villasanta, come badante di un’anziana insegnante in pensione. Ha avuto la sua prima bimba e ha imparato l’italiano. La svolta è arrivata col l’impiego in un bar di via Bergamo, la Stanga, dove ha conosciuto Matteo, l’uomo col quale ha avuto i suoi due bimbi Leonardo e Diego.
Tutto il futuro davanti a sé
Il resto è storia. Il lavoro al Qb e ora un progetto imprenditoriale insieme al titolare: rilevare un locale in via Bergamo, diventandone socia. "Ho fatto enormi sacrifici per arrivare dove sono ora. Ma non mi fermo. Intendo tornare a studiare e portare avanti progetti lavorativi che fino a pochi anni fa non avrei mai immaginato di poter affrontare".