Il racconto da Lissone

Il viaggio in Cisgiordania per stare accanto ai cristiani in Terra Santa

Don Andrea Zolli è vicario per le due parrocchie delle frazioni Santa Margherita e Bareggia

Il viaggio in Cisgiordania per stare accanto ai cristiani in Terra Santa
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Il viaggio in Cisgiordania di un sacerdote di Lissone per stare accanto ai cristiani di Jenin.

Don Andrea in Cisgiordania

E’ tornato in Italia con un messaggio don Andrea Zolli che sabato è rientrato dopo un viaggio in Cisgiordania.

Un pellegrinaggio in Terra Santa per portare il nostro amore e il nostro affetto alla comunità cristiana araba di Jenin.

Il vicario parrocchiale ha raccontato al Giornale di Monza la sua esperienza tra Palestina e Israele.

Ho intrapreso questo pellegrinaggio per tre motivi principali. Il primo era quello di portare alla comunità dei nostri fratelli cristiani di Jenin il frutto di una colletta che permetterà di pagare un minibus per gli spostamenti e la promozione del gruppo scout e della banda giovanile.

Ci ha spiegato il sacerdote, vicario per le parrocchie delle frazioni Santa Margherita e Bareggia.

Quasi completamente a piedi

Un viaggio del cuore quello che don Andrea ha intrapreso la scorsa settimana e percorso quasi completamente a piedi.

Il secondo motivo era quello di gettare le basi per l’organizzazione di un campo di lavoro e di solidarietà per questa estate e il terzo motivo per completare un pellegrinaggio spirituale. Quando sono arrivato, insieme a un gruppo di amici, siamo stati accolti con grande festa e felicità dai giovani. E’ bene che le comunità cristiane della Cisgiordania sappiano che non sono sole.

La situazione in Cisgiordania, regione contesa tra Palestina e Israele, resta comunque complicata e travagliata da una guerra che dura praticamente da ben 75 anni.

Quando entro in quelle terre, lo faccio sempre in punta di piedi e con uno spirito non giudicante rispetto alla delicata situazione politica interna. Cerco sempre di essere nel mezzo, senza scivolare mai nel dare ragione a l’una o all’altra parte ma, anzi, cercando di capire le rispettive ragioni che hanno portato a un conflitto che dura da oltre settant’anni. Bisogna essere prudenti.

Ha continuato don Andrea Zolli.

"Gemellaggio" con Jenin

Prima di partire il sacerdote lissonese ha infatti preso contatti con la comunità di Jenin e con il suo parroco abuna (don) Labib Debes per capire se la situazione fosse ottimale per intraprendere un viaggio in quelle zone.

Tornare in quelle terre è come attingere alle radici della nostra fede; passare da Jaffa a Cesarea dove san Pietro fece i suoi miracoli è una cosa fantastica e che ogni volta ti accoglie con rinnovato stupore - ha raccontato - L’obiettivo è anche quello di portare il nostro affetto ai cristiani che abitano in Cisgiordania da duemila anni. La presenza cristiana in Palestina è davvero importante.

Don Andrea Zolli tornerà in Terra Santa sicuramente in agosto per il campo di lavoro cui sta lavorando con gli amici delle sei parrocchie di Jenin. Anche se una riflessione sulla guerra arabo-israeliana è d’obbligo.

Chi abita in quelle zone è abituato ormai, là c’è una situazione politica complessa da raccontare - ha concluso - Purtroppo non è giusto dare ragione a priori agli uni o agli altri, in molti casi mancano le argomentazioni e i dati corretti per creare uno spirito critico.

(in copertina don Andrea Zolli con abuna Labib Debes, parroco di Jenin)

La notizia anche sul Giornale di Monza in edicola e sull'edizione digitale.

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