Carate Brianza

Falciata sulle strisce in viale Brianza, dopo sei anni ancora senza giustizia

Il testimone che assistì all’investimento di Agnese Longoni non si è di nuovo presentato: udienza rinviata al 29 settembre

Falciata sulle strisce in viale Brianza, dopo sei anni ancora senza giustizia
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Tra passaggi e trasferimenti d’ufficio del fascicolo, il processo per la morte di Agnese Longoni, volto noto della comunità come catechista in parrocchia e volontaria alla cooperativa sociale In-Presa, uccisa da un’auto che la investì nel 2016 in viale Brianza a Carate, attende ancora di entrare nel vivo, a più di sei anni dalla tragedia. I familiari della donna attendono ancora giustizia.

Agnese Longoni

Falciata sulle strisce in viale Brianza, dopo sei anni ancora senza giustizia

La scorsa settimana era fissata udienza al Tribunale di Monza. A processo per omicidio stradale (reato che, all’epoca del fatto, era stato introdotto da pochi mesi nell’ordinamento giudiziario) in relazione alla tragica morte della 64enne che, la sera del 29 dicembre del 2016 era stata investita da una Opel Corsa, c’è un cinquantenne residente a Carugo, nel Comasco. L’omicidio era avvenuto in viale Brianza, all’altezza della Baita degli Alpini, lungo una delle arterie più trafficate, la strada che dalla statale Valassina porta verso la Monza-Carate.

Il processo è slittato

Ma il processo è slittato nuovamente a causa dell’assenza di un testimone. Quest’ultimo che già anche alla precedente udienza non si era presentato, ha dato di nuovo buca e il giudice ha dovuto rinviare ancora il dibattimento, che è «scivolato» nel calendario del giudice alla fine del mese di settembre.

I familiari di Agnese Longoni (marito e figli) non si sono costituiti parti civili al processo per ottenere un risarcimento dei danni, perché probabilmente è intervenuta la società di assicurazioni dell’automobilista. Peraltro l’accusa di omicidio stradale non è messa in pericolo da un’eventuale prescrizione.

Tanti ostacoli lungo l'iter giudiziario

Restano comunque 6 anni di attesa, per la definizione di una vicenda giudiziaria molto dolorosa. Il procedimento, lungo il suo iter giudiziario, ha incontrato molti ostacoli. In una prima fase ha ottenuto il trasferimento in altra sede il pm che se ne occupava. E’ cambiato il giudice del dibattimento (passato dal tribunale penale a quello civile), e poi ancora gli anni del Covid, e, da ultimo, il decesso del consulente della Procura che si stava occupando della perizia cinematica per ricostruire la dinamica del sinistro mortale.

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