Santo Chiodo: i fedeli monzesi in processione per venerare la sacra reliquia
La partenza dalla chiesa di "San Pietro Martire", poi la suggestiva liturgia in Duomo
Santo Chiodo: i fedeli monzesi in solenne processione lungo le vie del centro storico per venerare la sacra reliquia
Santo Chiodo: è partita stamattina dalla chiesa di San Pietro Martire la tradizionale processione lungo le vie del centro storico legata al culto della Corona Ferrea. La grande croce lignea, contenente il diadema monzese e le reliquie della Passione di Gesù, è stata trasportata su di un baldacchino fino in Duomo, sorretta dall'amministratore apostolico di Gerusalemme e della Terra Santa, monsignor Pierbattista Pizzaballa.
Santo Chiodo: gli Alabardieri e i Cavalieri del Santo Sepolcro
La celebrazione, che si svolge ogni anno la terza domenica di settembre, è iniziata alle 10, con il raduno dei fedeli nella chiesa di via Carlo Alberto e il Plenum solenne delle campane. Oltre a monsignor Pizzaballa, addobbato con la cappa magna, a scortare la sacra reliquia c'erano gli Alabardieri e la delegazione di Monza e Brianza dei Cavalieri del Santo Sepolcro.
L'arrivo in Duomo, intorno alle 10,30, ha sancito l'inizio della Santa Messa, concelebrata dall'arciprete monsignor Silvano Provasi e dagli altri religiosi abbigliati con la tunica rossa. L'inizio del pontificale, accompagnato dalla Cappella Musicale, ha coinciso con l'esposizione della Croce e della Corona Ferrea all'interno della Cappella degli Zavattari, per la venerazione dei fedeli.
La processione lungo via Carlo Alberto
Un po' di storia
La solenne celebrazione ha origini antichissime e si fonda sull'antico culto della Corona Ferrea. All'interno della corona vi è infatti una lamina circolare di metallo che la tradizione vuole sia stata forgiata con il ferro di uno dei chiodi serviti alla crocifissione di Gesù.
Nei documenti storici si evince che tra il 1606 e il 1684 si sono svolte in città ben nove processioni solenni legate alla Corona Ferrea, interrotte nel 1687 dal vicario generale della diocesi Antonio Francesco Tranchedini con un decreto che proibiva di ogni forma di culto, processione e ostensione della Corona.
Dopo varie controversie la vicenda è sfociata in un processo diocesano che, nel 1714, decide per il ripristino del culto del diadema monzese. E' del 14 settembre 1718, la cronaca in cui si racconta dell’esposizione della "Corona dei re Longobardi", contenente uno dei santissimi chiodi della Crocifissione di Gesù", e della meravigliosa e sentita cerimonia religiosa unita a una processione, accompagnate con il suono di tutte le campane e sotto lo spettacolo dei fuochi artificiali.
L'esposizione delle sacre reliquie e l'inizio delle celebrazioni in Duomo
Il ritrovamento dei chiodi della Croce di Gesù sarebbe da imputarsi a Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, recatasi in viaggio in Terrasanta. Sant'Elena lasciò la croce a Gerusalemme, portando invece con sé i chiodi: con uno di essi fece forgiare un morso di cavallo e ne fece montare un altro sull'elmo di Costantino, affinché il figlio e il suo cavallo fossero protetti in battaglia.
Secondo la storica monzese Valeriana Maspero dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente l'elmo fu portato a Costantinopoli ma in seguito fu reclamato dal goto Teodorico il Grande, re d'Italia, il quale aveva a Monza la sua residenza estiva.
Successivamente sarebbe stato montato dentro la Corona Ferrea dalla regina Teodolinda, in concomitanza alla costruzione del Duomo.
Tutte le immagini della sacra celebrazione