Barabba racconta ai vimercatesi la sua «Passione di Cristo»
La toccante testimonianza di Pietro Sarubbi, attore convertitosi durante il film di Mel Gibison
Convertito alla fede grazie a quel film che gli ha letteralmente cambiato la vita. Incontro speciale quello che si è tenuto venerdì scorso a Oreno in vista della Pasqua. Ospite d’onore della serata voluta dalla Comunità pastorale è stato Pietro Sarubbi, attore che ha interpretato Barabba nel celeberrimo e discusso film di Mel Gibson «La passione di Cristo». Sarubbi ha raccontato la sua esperienza sul set, ma soprattutto la sua conversione religiosa, avvenuta durante le riprese di un film entrato nella storia.
Barabba racconta ai vimercatesi la sua «Passione di Cristo»
«Parto raccontatovi una semplice giornata estiva di quasi 17 anni fa - ha spiegato - Ero al mare con i miei figli e mia mamma. Sono andato al fare il bagno e quando sono tornato mia madre mi dice “Ti ha chiamato Mel Gibson! Vuole fare un film con te”. Ero scioccato, non potevo crederci».
Dopo aver richiamato il regista, Sarubbi e Gibson si sono organizzati per fissare un incontro a Roma.
«Quando l’ho visto non potevo crederci ovviamente - ha continuato - Gibson mi ha detto che mi aveva già visto recitare in un altro film e aveva capito che io ero perfetto per interpretare il ruolo che aveva in mente. Ancora nessuno sapeva della sua nuova produzione cinematografica».
Dopo un lungo colloquio, Sarubbi doveva solo pensare se accettare o no il ruolo. «Il viaggio che ho intrapreso nei mesi successivi è stato incredibile», ha raccontato.
La conversione
Ed è proprio durante le riprese e la vita sul set che è cominciata la conversione dell’attore e la nascita di una profonda fede, che ancora oggi non l’ha abbandonato.
«Ero completamente assorbito dalla parte - ha aggiunto - Non mi ero reso conto della verità e della purezza che quel film avrebbe trasmesso a milioni di persone. In primis a me».
C’erano scene in cui Barabba avrebbe dovuto indossare delle manette, forse è stato qui che l’attore ha capito cosa volesse dire recitare davvero.
«Inizialmente chiesi di mettermi intorno ai polsi una sorta di gomma, per far sì che l’acciaio non mi facesse male - ha concluso - Dopo qualche giorno chiesi che mi venisse tolta. Arrivavo a sera con le ferite aperte, ma non mi importava. Il dolore era parte di quel film, di quella passione».