Vimercate, processo Sottocasa tra crolli e documenti contraffatti
Nuova udienza, parla il teste chiave dell'accusa
Ora c'è anche la conferma del carabiniere che ha condotto le indagini: il documento allegato alla Dichiarazione di inizio attività è stato contraffatto.
Gli imputati
Nuovo capitolo oggi, mercoledì, nel processo in corso al Tribunale di Monza sui presunti abusi edilizi nell'ala privata di Villa Sottocasa, a Vimercate. Processo che vede imputati, a vario titolo, l'ex sindaco di Vimercate Paolo Brambilla, l'ex vicesindaco e attuale deputato del Pd Roberto Rampi, l'ex dirigente del settore Urbanistica di Palazzo Trotti Bruno Cirant, il funzionario dello stesso ufficio Paolo Alessandro, il titolare della Leader (società proprietaria dell'ala privata di Villa Sottocasa) Ivo Redaelli e il suo dipendente l'ingegnere strutturista Massimiliano Casati.
Il teste chiave dell'accusa
Oggi era chiamato a deporre l'ultimo teste dell'accusa sostenuta dal pubblico ministero Manuela Massenz, il più importante. Si tratta del brigadiere Vito Cicale, carabiniere del Nucleo carabinieri Tutela del patrimonio di Monza. L'uomo che materialmente ha condotto le indagini che hanno portato al rinvio a giudizio dei sei imputati.
Lavori straordinari non autorizzati
Nella sua lunga deposizione Cicale ha sostanzialmente confermato i punti principali su cui si basa l'accusa. Innanzitutto che i lavori in corso nell'ala privata di Villa Sottocasa nel 2011 (epoca dei fatti contestati) sarebbero dovuti essere di manutenzione ordinaria (come anche da cartello esposto all'esterno del cantiere), mentre quelli effettivamente eseguiti furono di manutenzione straordinaria. Che per un bene tutelato dalla Soprintendenza avrebbero richiesto un'autorizzazione che non c'era.
Il documento contraffatto
In secondo luogo, la vicenda del documento contraffatto. Ossia di una copia allegata alla Dichiarazione di inizio attività depositata in Comune, risultata manomessa, dell'autorizzazione rilasciata alcuni anni prima dalla Soprintendenza che autorizzava alcuni lavori. Documento che comprendeva anche un capoverso con una serie di prescrizioni che la "Leader" avrebbe dovuto rispettare e che invece dal documento sono sparite.
La torretta crollata
Terzo punto, la questione della torretta crollata o abbattuta. Come giù fatto in una precedente deposizione da un sismologo, anche Cicale ha ribadito che dalle indagini sarebbe emerso chiaramente che il crollo di parte della torretta (anch'essa soggetta a vincolo della Soprintendenza) non sarebbe in alcun modo stato casuale e collegato ad evento sismico avvenuto i quella data (29 ottobre del 2011), come sostenuto dalla Leader, ma sarebbe riconducibile ad una demolizione volontaria, non autorizzata, per altro precedente all'evento sismico, che configurerebbe quindi abuso edilizio.
Il teatrino scomparso
Infine, la vicenda del famoso teatrino presente nell'ala privata villa e sparito anch'esso senza autorizzazioni. Secondo l'accusa è stato abbattuto. E anche questo sarebbe un abuso edilizio.
Sentito anche l'ex assessore Boccoli
Sentito come teste della difesa anche Corrado Boccoli, all'epoca dei fatti assessore all'Urbanistica ed Edilizia Privata, che ha fornito importanti particolari sul grado di conoscenza dei fatti, all'epoca, degli imputati. Ampio spazio alla sua deposizione e alle altre dell'udienza di oggi sul Giornale di Vimercate in edicola martedì e nell'edizione digitale sfogliabile.
Il 10 ottobre tocca a Rampi
Si tornerà in aula il 10 ottobre con la prima deposizione degli imputati: sarà ascoltato il deputato Rampi.
Che vergogna...