Ha un secondo nome e non può prelevare i suoi soldi
Una lissonese non riesce a riscattare i suoi buoni postali a causa di un'incongruenza con il suo nome sulla carta d'identità
Per colpa del suo secondo nome sulla carta d'identità non riesce a riscattare i suoi soldi depositati in Posta a Lissone.
Il secondo nome della discordia
Quel secondo nome che rallenta la pratica e le impedisce di prelevare i suoi soldi in Posta.
Questa è la paradossale vicenda che in queste settimane sta tenendo in scacco una famiglia lissonese alle prese con la burocrazia lumaca di Comune e Posta.
Mia moglie ha due nomi e sono entrambi indicati sul documento d’identità e questo, purtroppo, si sta rivelando un vero problema. Insieme al padre e alla zia, entrambi deceduti, aveva depositato presso l’ufficio postale di Santa Margherita una serie di buoni fruttiferi postali che avrebbe voluto riscattare.
Ha raccontato il marito Fabrizio Mariani in esclusiva al Giornale di Monza.
La vicenda in Posta a Santa Margherita
Ma la beffa si è palesata nel momento in cui la donna si è presentata agli sportelli di via San Domenico Savio.
Una volta arrivata in Posta l’operatore le ha fatto notare che i buoni che avrebbe voluto ritirare non potevano essere rilevati perchè era indicato solo il suo primo nome e non entrambi come invece indicato sulla sua carta d’identità. Da qui, poi, è partita un tira e molla anche con gli uffici del Comune perchè in Posta ci è stato chiesto un certificato di congruità anagrafica.
Ha continuato il lissonese nel suo racconto.
Ora è caccia al certificato
Data, luogo di nascita e residenza, tra l’altro, coincidono perfettamente come anche indicato nello stato di famiglia. L’unico fatto ostativo è legato al secondo nome della donna.
Ovviamente abbiamo preso appuntamento e, dopo ben tre settimane di attesa, siamo stati ricevuti all’Ufficio anagrafe centrale del Comune (l’ufficio distaccato al centro civico del quartiere è ancora chiuso, Ndr) e qui abbiamo avuto l’ennesima sorpresa - ha spiegato - Praticamente siamo stati rimbalzati al Comune di residenza di mia moglie, che per fortuna è Milano e non lontanissimo, per farci rilasciare il certificato richiesto.
Una vicenda che, inevitabilmente, si protrarrà per altre settimane ancora prima di una risoluzione.
Adesso dico, è assurdo che nel 2023 nell’era di Internet, dello Spid e dei servizi digitali per un documento così banale due Amministrazioni pubbliche non si possano “parlare” direttamente e provvedere ad erogare un servizio per i cittadini. Per non parlare che il documento deve essere necessariamente in formato cartaceo. E’ tutto così anacronistico e surreale, adesso ci toccherà perdere mezza giornata per andare a Milano per un semplice certificato. Per fortuna non abbiamo fretta, ma troviamo questa vicenda davvero paradossale: la burocrazia, purtroppo, rallenta tantissimo il nostro Paese.
Così ora non resta che attendere - per altre settimane - la conferma dell'appuntamento per l'ultimo (si spera definitivo) certificato.
(in copertina l'ufficio postale di Santa Margherita in via San Domenico Savio)
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