Ritardi Pnrr: la colpa non è dei nostri Comuni
314 i progetti finanziati, oltre la metà già eseguiti o in fase di esecuzione
Siamo in ritardo sul Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il 30 giugno si è concluso il primo semestre del 2023, data entro la quale l’Italia avrebbe dovuto realizzare 27 obiettivi, solo 10 dei quali risultano però completati e 4 da considerare a buon punto.
Ritardi Pnrr: la colpa non è dei nostri Comuni
Di chi è la colpa? Nella prima bozza della Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, il Governo Meloni aveva annoverato nell’elenco dei maggiori responsabili le amministrazioni locali. Nel testo definitivo - figlio di una trattativa su più fronti condotta da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnrr, con ministeri e amministrazioni territoriali - è stata fatta però marcia indietro: riscritto il paragrafo 7.3, dedicato a «capacità amministrativa dei soggetti attuatori e criticità organizzative e di rendicontazione», sono scomparsi i rilievi più duri all’operato dei Comuni e alle loro chance di progettazione e realizzazione degli interventi. E’ comparso invece il riconoscimento del fatto che «le amministrazioni locali hanno assicurato su tutto il territorio nazionale un intenso impegno nelle varie fasi di attuazione del Piano, contribuendo in maniera significativa ai risultati finora raggiunti».
Meno male perché i sindaci erano già scesi in trincea, temendo in particolare la volontà - questa rimasta - di Palazzo Chigi di spostare su filoni più grandi alcune delle risorse parcellizzate nei microinterventi locali.
«Gli investimenti di Comuni e Città metropolitane non presentano criticità tali da giustificare l’ipotesi di una loro riprogrammazione»: ha scritto l’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, nel dossier consegnato a metà giugno ai tecnici della Commissione Ue, puntando invece il dito contro le lentezze burocratiche imputabili a amministrazioni centrali e Regioni.
Un’affermazione che trova conferma nel nostro territorio
Dai dati riportati nella tabella pubblicata a lato emerge chiaro come gran parte dei cinquantuno Comuni - nove quelli che non hanno fornito le informazioni richieste - seguiti dai cinque giornali dell’asse Monza del nostro gruppo editoriale abbiano fatto diligentemente i compiti. Fin dall’inizio, vale a dire nell’elaborazione di progetti in grado di portare nella Brianza monzese oltre 168 milioni di fondi Pnrr.
Perché - come precisato in queste pagine anche dai primi cittadini di Besana in Brianza e Muggiò - i «tesoretti» non sono «piovuti dal cielo» ma «sono stati ottenuti vincendo i bandi». Passando invece alla fase attuativa, dei 314 progetti finanziati - vanno dall’innovazione tecnologica ai lavori pubblici -, 182 sono stati già completati o sono in fase di realizzazione. Più della metà quindi. Hanno schiacciato il piede sull’acceleratore soprattutto Besana in Brianza, Bovisio Masciago, Busnago, Caponago, Seregno ed Usmate Velate. Più lenti invece risultano i Comuni dalle maggiori dimensioni quindi Giussano e Lissone (nessun progetto uscito dalla carta), Meda (uno su otto) e Monza (due su trentaquattro).
Il 30 giugno scadevano i termini per gli asili nido. Verano, Carate e Sulbiate hanno fatto i compiti
La scadenza era il 30 giugno, ma l’Italia non ha centrato - tra gli altri - l’obiettivo del Pnrr sugli asili nido. Entro venerdì scorso bisognava assegnare il 100 per cento dei lavori per la creazione di circa 265mila nuovi posti tra nido e scuole dell’infanzia. Ma l’asticella si è fermata poco sopra l’80 per cento. Tra chi ha fatto i compiti, ci sono i Comuni di Verano Brianza, Carate Brianza e Sulbiate.
A Verano l’Amministrazione si prepara a dare il via ai lavori per la realizzazione del nuovo nido comunale: un’opera da 1 milione e 680mila euro che, una volta completata, potrà ospitare fino a 60 bambini (attualmente la capacità massima è di 50). La fase di progettazione e preparazione dei lavori di ristrutturazione è pressochè ultimata e già a fine estate si inizierà con i lavori. L’obiettivo è quello di consegnare il cantiere per la demolizione ad agosto, per poi partire subito dopo con i lavori che dovranno essere finiti entro 300 giorni. Si vuole riaprire il nuovo nido a settembre 2024. Per accelerare i tempi e restare nella tabella di marcia il Comune ha anche firmato un accordo con Invitalia, società a partecipazione statale che si occupa di assegnazione dei bandi.
La Giunta Veggian, a Carate Brianza, ha assegnato il cantiere per la riconversione degli spazi di nido e materna di via Agazzi. 470mila euro di interventi ne faranno un polo per l’infanzia capace di risolvere il problema delle liste d’attesa al nido (i posti passeranno da 36 a 42); si aggiungerà la sezione «Primavera», con un aumento totale del 13 per cento della capienza attuale. I lavori porteranno inoltre una salone più ampio, laboratori, una palestrina, una sala per il ricevimento dei genitori, vetri e pavimentazione nuovi e l’abbattimento delle barriere architettoniche.
A Sulbiate a breve saranno assegnati i lavori del nuovo polo dell’infanzia. Il costo totale dell’opera ammonta a più di 1 milione di euro per l’asilo nido e 5 milioni per la scuola dell’infanzia. Una parte verrà finanziata dai fondi del Pnnr (3 milioni e 900mila euro) e la parte residua con risorse comunali (2 milioni e 594mila euro), utilizzando l’avanzo di bilancio, a seguito dell’apertura di un mutuo. Il nuovo polo scolastico occuperà una superficie di 2.578 metri quadrati di spazi interni; la scuola dell’infanzia sarà composta da 5 classi per 130 bambini, mentre l’asilo nido da 2 classi per 40 alunni.
Besana esempio di celerità: «Abbiamo dato più del 100%»
Poco meno di 7 milioni di euro (6 milioni e 710mila) «ottenuti vincendo i bandi e non piovuti dal cielo», venti progetti finanziati e diciotto già usciti dalla carta, tra gare bandite e cantiere conclusi. Il Comune di Besana è un esempio di come gli enti locali stiano utilizzando bene e celermente i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Per farlo, però, serve lavoro - tanto, tantissimo - e visione. Il primo si deve agli uffici di villa Borella.
«I dipendenti hanno dato molto di più del cento per cento, per questo non posso che ringraziarli - ha sottolineato il sindaco Emanuele Pozzoli - Confido lo abbiamo fatto per professionalità e abnegazione all’ente, ma anche per il rispetto che siamo riusciti a guadagnarci come amministratori in questi quattro anni di mandato».
Non è stato previsto alcun aumento del personale ma una selezione interna ha permesso di trovare forze in grado di supportare l’abnorme carico di lavoro in capo all’ufficio Tecnico, in particolare per l’espletamento delle operazione sulla piattaforma ReGiS, attivata dal Governo per il monitoraggio, la rendicontazione e il controllo delle misure e dei progetti finanziati dal Pnrr.
La visione, invece, spetta alla politica. I quasi 7 milioni portati a casa finanziano progetti che cambieranno il volto della città. Accanto a interventi di innovazione tecnologica, ci sono la riqualificazione dei centri di Vergo Zoccorino e Valle Guidino, l’efficientamento energetico degli stabili che ospitano asilo nido e comando della Polizia locale, otto attraversamenti pedonali e marciapiedi tra Cazzano, le località di Naresso e Casaretto. Senza dimenticare il «pezzo da novanta»: la «Greenway7paesi» che porterà collegamenti pedonali e riqualificazione dei centri di capoluogo e frazioni. I lavori partiranno tra settembre e ottobre.
«Se ai contributi Pnrr aggiungiamo quelli di Regione, Provincia, Gse, fondi comunali e il project financing per la pubblica illuminazione, arriviamo a 11 milioni e 700 mila euro di investimenti solo in questo mandato. Durante la campagna elettorale, puntavamo a raggiungere la soglia dei 10 milioni in dieci anni...».
«A Muggiò giù l’ecomostro, opportunità per il territorio»
«L’ho detto tante volte ma mi piace rimarcarlo, perchè a volte uno dice “arrivano i fondi del Pnrr”: i fondi del Pnrr non vengono dati a pioggia, i fondi del Pnrr vanno richiesti» ha spiegato nell’ultima seduta del Consiglio comunale il sindaco Maria Fiorito, introducendo il progetto più grande che verrà effettuato nel Comune di Muggiò di «rigenerazione urbana» con i fondi europei, pari a 2 milioni e 21mila euro, ovvero l’abbattimento e la riqualificazione dell’area del fatiscente cinema abbandonato Magic Movie.
Un importo che l’Ente aveva già coperto a Bilancio con fideiussione e quote aggiuntive.
«Un sabato mi imbatto in un bando che sembrava scritto per il multiplex: allora iniziai un giro di chiamate, messaggi e telefonate con i vari funzionari alla partita e decidiamo di partecipare» ha spiegato il sindaco Fiorito, mentre l’assessore al Bilancio Mauro Canevari ha evidenziato che «sono già stati previsti importi per i finanziamenti per i progetti Pnrr per 3.371.352 di euro».
La scelta dell’Amministrazione è stata quella di partecipare ai bandi del Pnrr per progetti già preventivati e coperti dal Bilancio comunale. «Voi capite che i bandi a cui stiamo partecipando funzionano solo se siamo in grado di prenderli e solamente se abbiamo già un’opera finanziata con un progetto nel cassetto, altrimenti diventa complesso» ha sottolineato il sindaco. Quindi, oltre al multiplex, ecco alcuni esempi di progetti finanziati da Bruxelles: gli investimenti per la transizione digitale per 343mila euro, riqualificazione energetica illuminazione del campo di calcio del centro sportivo Superga per ben 130mila euro, è prevista anche la riqualificazione energetica con ristrutturazione e restauro dei serramenti e persiane di Villa Casati per 130mila euro. Tassello importante sarà l’efficientamento energetico: sarà rifatta l’illuminazione nei plessi Casati e Frank, la copertura alla Urbani, impianti illuminazione nelle scuole D’Acquisto e Urbani e la riqualificazione energetica immobili istituzionali.