Bovisio Masciago

Chiude l’edicola di via Matteotti: «Colpa dei lavori»

Lo sfogo dei titolari: «La nostra forza era il parcheggio, adesso non ce ne sono più e i clienti non vengono»

Chiude l’edicola di via Matteotti: «Colpa dei lavori»
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«Prima il Covid, poi il cantiere e adesso non ci sono più parcheggi. Non possiamo andare avanti così, noi chiudiamo». C’è amarezza nelle parole di Roberto Maccagnola e Moreno Ghion, limbiatesi entrambi e titolari dell’Edicola 22 all’angolo tra via Matteotti e via Repubblica a Bovisio Masciago, che chiuderà alla fine del mese.

Chiude l’edicola di via Matteotti: «Colpa dei lavori»

A dare il colpo di grazia alla loro attività sarebbero stati i lavori di riqualificazione di via Matteotti con la creazione della pista ciclo-pedonale e vasche di bioritenzione per facilitare il drenaggio delle acque piovane. L’intervento ha coinvolto anche un tratto di via Repubblica, quello più vicino all’edicola, che è diventata a senso unico e con il nuovo assetto ha ridotto il numero degli stalli di sosta.

«Siamo già stati penalizzati due anni a causa del Covid, poi è partito il cantiere che è durato nove mesi ed eravamo praticamente chiusi dentro, una volta finiti i lavori abbiamo visto che tanti parcheggi vicino alla nostra edicola sono stati tolti, sia dove ora c’era la pista ciclabile che in via Repubblica» ha notato Maccagnola, che ha rilevato l’edicola nel 2010, poi quattro anni fa si è aggiunto il socio Ghion.

«Quando abbiamo visto il progetto avevamo detto subito che per noi sarebbe stata la fine ed effettivamente è andata così - ha continuato l’edicolante - la nostra attività si trova fuori dal centro e la nostra forza era proprio il parcheggio, adesso, venendo a mancare, tanti clienti non vengono più, ce lo hanno detto chiaramente. Abbiamo avuto un calo del lavoro di almeno il 50 per cento, in queste condizioni non possiamo andare avanti, quindi dobbiamo chiudere».

"Non doveva essere fatto nessun intervento"

Secondo i due commercianti, il problema riguarda proprio il nuovo assetto di via Repubblica.

«Secondo il nostro punto di vista non doveva essere fatto nessun intervento su questa strada perché qui c’erano i parcheggi - ha notato Maccagnola - ci sarebbe la prosecuzione di via Repubblica ma non sempre si trovano posti liberi per la sosta e poi le auto, per andare via, sono costrette a fare tutto il giro dell’isolato: non è comodo, preferiscono non fermarsi. La nostra edicola funzionava bene proprio perché facilmente raggiungibile dai clienti di passaggio, al mattino solitamente c’era un gran viavai, adesso non più».

Secondo gli edicolanti si poteva portare avanti la riqualificazione condividendo il percorso e i problemi.

«E’ giusto fare dei lavori per migliorare le strade ma in questo caso non si è tenuto conto delle ripercussioni sulle attività, prima di iniziare i lavori sarebbe stato meglio incontrarci e parlare delle varie criticità della zona, le conosciamo bene perché ci viviamo tutti i giorni e modificare via Repubblica è stato un danno, ma non siamo stati interpellati - ha aggiunto l’edicolante - tra l’altro non è stato neanche realizzato un posto auto per disabili o uno stallo per carico e scarico delle marci, prima c’era tanto posto quindi non era un problema».

Adesso Roberto, 60 anni, e Moreno, 54 anni, dovranno rimettersi in gioco.

«Tra pochi mesi sarei andato in pensione - ha confidato Maccagnola - ma con tutte le spese e poche entrate non riusciamo proprio a tirare avanti oltre. Adesso siamo disoccupati».

Sul grosso disagio lamentato dagli esercenti, ha lasciato il suo commento il sindaco Giovanni Sartori:

«Mi spiace sapere della chiusura dell'edicola, visto che si tratta pur sempre di un'attività che favorisce la circolazione di notizie e di idee e, pertanto, contribuisce alla crescita di una collettività. Non credo, tuttavia, che questa scelta sia determinata dai lavori realizzati che, anzi, hanno incontrato il favore della cittadinanza. Un paio di posti auto in meno, per chi vive di soste veloci, non sono tali da determinare una chiusura. Mi risulta, tra l’altro, che ci fosse già l’intenzione di andare in pensione da qui a sei mesi visto il periodo difficile che sta vivendo il settore delle edicole».

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