Una gara di solidarietà per gli studenti meno fortunati del Guatemala
L'associazione Solidarietà senza frontiere, ancora una volta, è in prima fila per aiutare chi si trova in situazioni di marginalità
Una vera gara di solidarietà, a Lissone, per aiutare gli studenti del Guatemala, in America centrale.
Gara di solidarietà per il Guatemala
Materiale didattico, computer, colori e altri strumenti utili per l’apprendimento. La grande generosità dell’associazione Solidarietà senza frontiere, ancora una volta ha centrato il bersaglio e ha «portato tanto bene» laddove c’è più bisogno.
I volontari della storica associazione lissonese questa volta sono stati in grado di aiutare i giovani studenti del Guatemala, in America centrale.
Il grande cuore dei lissonesi
E’ davvero grazie alla generosità delle tante persone che aderiscono alle iniziative dei mercatini benefici se ora agli studenti che sono dall’altra parte del globo è arrivata una scorta di materiale utile ai loro studi.
Finalmente sono iniziati i corsi di rafforzamento degli alunni delle elementari, e il corso per le adolescenti che non hanno potuto andare a scuola, ed in più 2 corsi di computer, uno diurno e uno serale per giovani e adulti. Mancano i banchi, ma loro davvero non si fanno problemi, anche il pavimento va bene per spegnere la loro voglia di imparare.
L’associazione ha «adottato» una scuola a Chahal Alta Verapaz, in Guatemala, e per sostenere le attività di docenti e ragazzi ha messo a disposizione il ricavato dei mercatini benefici tra Sesto San Giovanni e Garbagnate Milanese.
Un vero aiuto a chi ha meno possibilità
Un supporto e un aiuto concreto dello storico soldalizio lissonese.
Abbiamo recuperato un vecchio convento di suore tedesche, ora con tre suore laiche, dove ora si organizzano corsi per adolescenti che non sanno ne leggere ne scrivere e che sono in situazioni di estrema povertà - ha sottolineato la fondatrice Chiara Idem - Si organizzano anche corsi di informatica, abbiamo donato dei condizionatori e rifatto tutti i lavandini e risistemato tutte le stanze e i tetti in lamiera.
Un progetto ambizioso che, come sempre, ha visto i volontari lissonesi (e brianzoli) in prima fila. I progetti toccano anche il centro Manos Amigas che ospita mamme con il loro bambini che sono in difficoltà.
In Burkina Faso invece ci occupiamo di un centro diurno per persone con disabilità. Il centro si chiama Ash e qui lavorano a telaio le mamme, con cucina e fanno il sapone, mentre gli uomini fanno arti grafiche, ciabatte e realizzano brandine intrecciando la plastica.
Progetti solidali e importanti per «rendere la vita un po’ più bella per chi si trova in vera difficoltà».
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