Avvelenamento da funghi, migliorano le condizioni della 77enne besanese
Un lieve ottimismo nell'ultimo bollettino medico di Paola Vian, la 77enne di Villa Raverio intossicata dai funghi insieme al marito Davide Vismara
E' ancora ricoverata all'ospedale di Desio. Ma le sue condizioni stanno lentamente migliorando. Un lieve ottimismo nell'ultimo bollettino medico di Paola Vian, la 77enne di Villa Raverio intossicata dai funghi insieme al marito Davide Vismara. Quest'ultimo deceduto lunedì mattina al Policlinico di Milano.
Le condizioni generali della donna sono stazionarie con un lieve deterioramento neurologico in corso di valutazione. Prosegue il lento miglioramento della funzione epatica e la prognosi rimane riservata.
Il calvario iniziato venerdì
Il calvario di Paola e Davide Vismara era iniziato venerdì. La sera prima, nella loro casa di via don Zonca a Villa, i coniugi avevano cenato con i funghi raccolti davanti all’ospedale di Carate. Tra questi si nascondeva con tutta probabilità un “Amanita falloide”, tra i più pericolosi esistenti in natura per l’elevata tossicità. Capaci di trarre in inganno anche un esperto come il pensionato besanese perché simili nelle fattezze ai prataioli.
Venerdì mattina i primi sintomi gastroenterici divenuti con il passare delle ore sempre più forti. Tanto da spingerli a rivolgersi al Pronto soccorso caratese. I medici che avevano escluso da subito un episodio virale per l’assenza di febbre. Una volta ricevuti gli esiti degli esami del sangue, davanti ai valori fuori dalla norma, avevano subito capito che si trattava di un caso di avvelenamento. Confermato poi dalle analisi effettuate al centro specializzato antiveleni.
Il trasferimento in due strutture diverse
Moglie e marito erano stati trasferiti d’urgenza in due diverse strutture: la donna a Desio, il marito al Policlinico di Milano, dove è morto lunedì mattina dopo tre giorni di agonia.
«Vivevano in simbiosi, erano una coppia bellissima e inseparabile», assicura chi ben li conosceva.
Fatale l’intossicazione da funghi che ha riportato alla memoria quanto accaduto al brioschese Francesco Donchi. Nell’ottobre del 2010 il pensionato ingerì dei chiodini raccolti nel giardino di casa. Tra quelli commestibili si nascondeva anche in quel caso una amanita falloide che ne provocò il decesso dopo undici giorni di ricovero.