Verano saluta l'imprenditore appassionato d'arte
Roberto Radaelli, aveva 92 anni, ed era stato nominato cavaliere della Repubblica
Un uomo d'affari, ma anche un grande appassionato d'arte, che ha girato il mondo portando scrittori, artisti e tanti personaggi famosi a Verano. Così è stato ricordato Roberto Radaelli, nominato Cavaliere della Repubblica nel 1969, che si è spento all'età di 92 anni.
Imprenditore lungimirante
Il veranese è stato un importante imprenditore che ha dato lavoro a tanta gente del paese. Primo di quattro fratelli, ha portato avanti insieme a loro, quella che era l'attività avviata dal padre, che si occupava di compravendita di ferramenta, nasce infatti nel 1969 la ditta Fratelli Radaelli; agli inizi poi degli Anni 70, grazie ad una sua intuizione, fondò la Holz Plast, specializzata nella produzione di cassetti per mobili. Si era accorto girando per le varie ferie in tutta Europa, che mancava una produzione del genere in Brianza e decise quindi di aprirla proprio a Verano. L'azienda, ben strutturata con decine di dipendenti, è andata avanti con successo fino al 2000, quando Radaelli si è ritirato dal lavoro.
Nominato cavaliere della Repubblica
Uno spiccato spirito imprenditoriale il suo, che gli è valso anche il titolo di cavaliere del lavoro, nel 1969.
Radaelli è stato anche presidente dei Lions club, ma la sua più grande passione era l'arte. E' stato un mecenate e filantropo, che amava circondarsi di opere d’arte, di quadri e di sculture enormi. Ma non solo: grazie alla sua passione per il mondo artistico ha offerto tante occasioni culturali nella sua Verano, in particolare in quella che era conosciuta come la «Filanda», uno spazio artistico di sua proprietà che per 30 anni è stato frequentato da pittori, scultori, musicisti e scrittori, dove si svolgevano concerti di musica classica, presentazioni di libri ed esposizioni di quadri.
La famiglia
Lavoro, arte, ma anche famiglia per il cavalier Radaelli, che era sposato con Teresina Mottadelli, scomparsa nel 2014 e aveva quattro figli: oltre a Rolando, Monica, Rosella e Simone.
«Abbiamo tutti intrapreso strade diverse rispetto a quella del papà, ma ci resta l’esempio di un uomo determinato, intraprendente e pieno di cultura, appassionato delle arti»; conclude Rolando.