Monza

Nessun medico in arrivo a Sant’Albino e San Rocco e nemmeno un nuovo ambulatorio temporaneo

Dei sette dottori assegnati a Monza quattro hanno avuto vincolo, ma tre no e non si sa dove andranno

Nessun medico in arrivo a Sant’Albino e San Rocco e nemmeno un nuovo ambulatorio temporaneo
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Nonostante l’assegnazione di sette nuovi medici di base da parte di Ats Brianza a Monza (a fronte di una richiesta di 12), alcuni quartieri potrebbero restare comunque scoperti.
A pagare lo scotto più pesante potrebbe essere – e in parte lo è già – la zona sud-est della città, in particolare i quartieri di Sant’Albino e San Rocco. Dei 7 medici assegnati a Monza infatti, 4 hanno avuto vincolo di locazione in tre quartieri monzesi (centro-San Gerardo, Cederna e Regina Pacis), e altri tre risulterebbero disponibili ma senza vincolo di locazione, potendo quindi scegliere di propria sponte il quartiere in cui preferiscono prestare il loro servizio.

Il malessere di Sant'Albino

Nel primo caso, quello di Sant'Albino, oramai dallo scorso 1 settembre i cittadini sono rimasti addirittura senza medico, per via del trasferimento in Campania dell’unica dottoressa che aveva lo studio in quartiere, Antonella Mazzarella. Ora i santalbinesi sono costretti ad andare alla Casa di comunità di via Solferino, all’Ospedale vecchio, per poter avere la visita di un medico (dovendo arrivare quasi all'estremo opposto della città, per una distanza di circa 5 km).

A fronte della difficoltosa situazione già prevedibile, Ats aveva comunicato agli assistiti della dottoressa Mazzarella che si sarebbe impegnata, di concerto con l’assessore al Welfare e Salute del Comune di Monza Egidio Riva, a rendere disponibili spazi ambulatoriali presso il quartiere Sant’Albino, destinati agli assistiti più in difficoltà. Questo però non è ancora avvenuto, per l’irritazione dell’assessore stesso, che lamenta innanzitutto di non essere stato consultato prima dell’invio della suddetta comunicazione, e in secundis di sentirsi deluso per avere ricevuto una risposta tardiva da Ats in merito all’ipotesi di aprire un nuovo ambulatorio temporaneo presso la scuola elementare Manzoni. La risposta è arrivata a Riva martedì 21, ma il sopralluogo di Ats nel luogo è avvenuto una settimana prima.

«Potevano dirmelo subito che gli spazi non fossero idonei – ha reclamato l’assessore – Inoltre noi abbiamo proposto anche altri spazi alternativi, come il Centro Civico Sant’Albino, ma su quello non abbiamo ricevuto risposta. Se Ats inizialmente voleva aprire un ambulatorio temporaneo, ora parrebbe che abbia cambiato idea. In questo modo però si sta penalizzando il quartiere – ha concluso – che oltre a non aver avuto un vincolo per un nuovo medico, ora versa in oggettive difficoltà».

Durante l'ultima Consulta di Sant’Albino, andata in scena lunedì 18, i cittadini attivi hanno ribadito il loro malcontento per la situazione in essere. Quelli a vivere maggiormente il disagio sono gli anziani, che hanno difficoltà a spostarsi autonomamente e trovano problematico usufruire dell'ambulatorio presente in via Solferino, sia per la notevole distanza fisica, che per altre due ragioni: la laboriosità per prenotare la visita medica telefonicamente, e la lunga fila che molto spesso ci si trova davanti.

Gli animi in quartiere sono tesi. In prima istanza il Comitato Sant'Albino ha indetto una raccolta firme che ha già superato quota 520, per chiedere quanto prima un nuovo medico di famiglia. In secondo luogo è emerso forte l'appoggio all’impegno dell'assessore Riva per ottenere quanto prima un ambulatorio temporaneo. «Su 2700 abitanti, ci sono più di 1000 anziani – hanno fatto presente i cittadini – È un nostro diritto poter avere un'assistenza medica».

Il rischio per San Rocco

Nel secondo caso, quello di San Rocco, la situazione rischia di capitombolare in uno scenario simile per gravità.

«Attualmente sono quattro i medici attivi in quartiere, ma di questi una va in pensione ad ottobre (Luigia Ripamonti) e un altro entro fine anno (Davide Russo) – ha lanciato preoccupato l’allarme il consigliere comunale Pietro Zonca – Infine un altro ancora, Claudio Luigi Perego, ha prolungato la data di pensionamento fino a giugno, ma a quel punto lascerà anche lui. Resterebbe così solo il medico presente in via Monte Santo, più un altro a servizio parziale, Rosetta Narducci, presente nell’ambulatorio sanrocchese solo il lunedì e il giovedì». Poi il monito:

«Il quartiere ha un numero notevole di anziani che avrebbero difficoltà a spostarsi, considerando che per loro è difficoltoso anche prenotare alla Casa di comunità e che restano spaesati nel trovare sempre un medico diverso. Così non può andare e Regione sta sottovalutando il problema».

L’Ats: «Pronti a incontrare assessori e medici»

L’interrogativo che si tramuta in speranza è dove possano essere collocati i tre medici (su sette) assegnati a Monza che non hanno vincolo di collocazione in nessun quartiere.

Speranza che per Sant’Albino e San Rocco diventa necessità. La discrezione a questo punto però passa ai medici stessi, che secondo proprie valutazioni indicheranno la loro preferenza. Ciò che fa arrabbiare i cittadini e l’assessore alla Salute Egidio Riva è che Ats non abbia posto vincoli su questi quartieri. Ats dalla sua ci tiene a precisare che quando è stato indetto il bando, a giugno, non si fosse ancora a conoscenza delle successive dimissioni del medico di Sant’Albino Antonella Mazzarella, non potendo quindi prevedere la futura scopertura.

«I vincoli stabiliti a giugno ora non si possono modificare – hanno spiegato dagli uffici di Ats Brianza – A questo punto il pallino passa alla volontà dei medici, che hanno 90 giorni di tempo per decidere la loro collocazione. In genere però si preferisce andare in una zona scoperta piuttosto che in una con pochi pazienti disponibili. In ogni caso l'Agenzia si rende disponibile ad un confronto proficuo con l'Amministrazione comunale e i nuovi medici, orientato a trovare soluzioni capaci di accogliere le esigenze delle persone più fragili che risiedono nel quartiere Sant'Albino».

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