I racconti

Guerra in Terra Santa: la testimonianza della volontaria di Busnago e del francescano di Camparada

Giulia Marcandalli si trovava a Betlemme mentre Israele e Hamas entravano in guerra; frate Matteo Brena si dice invece "molto turbato" per quella che sente come la sua seconda casa

Guerra in Terra Santa: la testimonianza della volontaria di Busnago e del francescano di Camparada
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La guerra in Terra Santa tra Israele e Hamas continua a seminare morte e distruzione. Un dramma che anche diversi vimercatesi hanno visto con i propri occhi. Come Giulia Marcandalli, giovane volontaria di Busnago, sfuggita per un soffio alle bombe, e frate Matteo Brena, frate francescano di Camparada che in Medio Oriente ha vissuto per un lungo periodo.

Guerra in Terra Santa: la testimonianza della volontaria di Busnago

Ancora qualche minuto e probabilmente si sarebbe ritrovata al centro dei bombardamenti. Invece è tornata a casa sana e salva Giulia Marcandalli, 32 anni di Busnago, che la scorsa settimana si trovava nelle campagne attorno a Betlemme proprio mentre Palestina e Israele entravano in guerra. La ragazza si trovava in una fattoria, ospite di una famiglia palestinese, dove stava operando come volontaria.

"Sabato mattina ci siamo svegliati con una serie di rumori assordanti, ma non riuscivo a capire cosa stesse succedendo - il suo racconto - Poi ci siamo resi conto che si trattava di esplosioni e delle sirene che annunciavano i bombardamenti. I locali che mi stavano ospitando mi hanno subito accompagnato da un’altra famiglia in città per mettermi al sicuro. Fino a domenica, quando mi hanno aiutato a organizzare il rientro in Italia perché la situazione stava diventando veramente pericolosa".

Guerra in Terra Santa: la testimonianza del francescano di Camparada

Non si dà pace nemmeno frate Matteo Brena, francescano di Camparada che con il Medio Oriente ha un legame molto forte visto l'incarico he ricopre come Commissario di Terra Santa per i francescani della Toscana.

"Sono molto turbato in questo momento, perché a essere colpita è stata tutta l’umanità. Come ha detto una ex pellegrina che ho incontrato di recente, è un po’ come se ci avessero violato casa, un aver colpito qualcosa di familiare. Per me è questo, è casa, perché come per chi l’ha visitata, la Terra Santa fa parte della nostra identità. E in questi giorni di dolore ci viene chiesto non di abbracciare una bandiera, ma l’umanità ferita e richiamare una pace che è qualcosa di più grande".

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