omicidio in congo

Omicidio Attanasio, udienza rinviata al 30 novembre

Sulla questione dell'immunità dell'imputato, la giudice chiede l'intervento di un funzionario della Farnesina

Omicidio Attanasio, udienza rinviata al 30 novembre
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Omicidio Attanasio, udienza rinviata al 30 novembre. Sulla questione dell'immunità dell'imputato, la giudice chiede l'intervento di un funzionario della Farnesina

Udienza slittata

Udienza slittata al 30 novembre con la presenza di un funzionario della Farnesina che si riferirà sul tema dell'immunità del dipendente del Programma alimentare mondiale a processo per omicidio colposo. Un altro rinvio nella fase preliminare del processo per l'omicidio dell'ambasciatore Luca Attanasio, cresciuto a Limbiate, e il carabiniere Luca Iacovacci  uccisi in un agguato in Congo il 22 febbraio 2021  insieme all'autista Mustapha Milambo.

Un funzionario della Farnesina in aula

Questa mattina, mercoledì 18 ottobre, era atteso il pronunciamento della giudice per le udienze preliminari sull'immunità del funzionario del Pam, Rocco Leone, accusato di  omesse cautele nell'organizzazione della missione in cui furono assassinati l'ambasciatore e il suo seguito. Invece ha riaggiornato l'udienza al 30 novembre e ha citato  un funzionario del Ministero degli Affari Esteri affinché riferisca in aula  in merito alla prassi sulle comunicazioni tra Stato italiano e Onu relative ai funzionari e se tra le le due istituzioni ci sono stati tentativi di risoluzione della questione relativa all'immunità. L'altro funzionario del Pam accusato di omicidio colposo, Mansour Rwagaza, è  stato dichiarato irreperibile, quindi la sua posizione stralciata dal processo.

"Una mezza buona notizia"

"Diciamo che è una mezza buona notizia. Adesso la Farnesina non potrà più avere un atteggiamento neutrale, dovrà decidere da che parte sta" è stato il commento di Salvatore Attanasio, papà dell'ambasciatore, che si trovava a Roma per assistere all'udienza.

Il riferimento è alla mancata costituzione di parte civile dello Stato italiano nel processo, decisione per cui la famiglia del diplomatico attende ancora una motivazione.

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