Raddoppiati i costi di bonifica del terreno, fermo il progetto della vasca di laminazione
L’opera è di Regione Lombardia. Il vicesindaco Figini: «Questo incremento rende difficile il reperimento delle risorse»
La bonifica costa troppo, il progetto della vasca di laminazione resta fermo al palo. Il nubifragio della scorsa settimana con l’esondazione del fiume Seveso martedì a Milano ha riacceso i riflettori sul mega invaso che Regione Lombardia insieme ad Aipo doveva realizzare nella ex area Snia, a cavallo tra i Comuni di Varedo, Limbiate e Paderno Dugnano.
Raddoppiati i costi di bonifica del terreno, fermo il progetto della vasca di laminazione
«La bonifica dell’area dove dovrebbe essere realizzata la vasca di laminazione costava 15 milioni ma ora la cifra è raddoppiata - ha spiegato il vicesindaco Fabrizio Figini e consigliere regionale - Il Comune di Varedo è sempre stato favorevole a quest’opera sia dal punto di vista urbanistico sia perché ci dà la possibilità di bonificare una vasta area del comparto ex Snia. Tuttavia questo significativa incremento dei costi sta rendendo più difficile il reperimento delle risorse da parte di Regione Lombardia».
Per realizzare la vasca di laminazione, la Regione dovrebbe procedere con l’esproprio bonario dell’area interessata dal progetto, di proprietà della società titolare dell’intervento di rigenerazione urbana. Ma con questo intoppo dovuto all’aumento dei costi, tutta la procedura è ferma da un anno.
Cosa prevede il progetto
L’opera, per un investimento di 90 milioni, è di notevoli dimensioni. Il progetto prevede due vasche per un volume di invaso pari a 2,2 milioni di metri cubi che sarà in parte ricoperto da arbusti e ghiaia e in parte da un parco urbano nella zona ovest.
L’invaso scende a una profondità massima di 17 metri, il tempo complessivo per lo svuotamento della vasca, se riempita al massimo della capacità, varia da 3 giorni e mezzo a 9 a seconda del numero di pompe attivate.
Prima di creare l’area di laminazione è però necessario un Piano operativo di bonifica che richiederà circa due anni di lavoro perché l’area è fortemente inquinata: si dovranno asportare 103mila metri cubi di rifiuti e terreno contaminati da metalli, idrocarburi, fanghi e scorie industriali.
«Ci si potrebbe chiedere perché Varedo dovrebbe risolvere il problema delle piene del Seveso a Milano - ha concluso Figini - è una questione di lungimiranza politica che in questi anni non c’è stata perché si è continuato a costruire senza pensare alle conseguenze».