Max ha vinto contro il deserto nella corsa più estrema: «Ho chiuso il mio cerchio»
Massimiliano Augusto, unico italiano in gara, è riuscito nell’impresa di portare a termine l’ultramaratona in Namibia
Ha corso contro il deserto, le temperature torride e l’ambiente inospitale. Ma ha corso anche contro se stesso, affrontando la fatica e le proprie debolezze, facendo affidamento unicamente sulla propria forza, fisica e mentale. E alla fine, in entrambi i casi, ha vinto.
Max ha vinto contro il deserto nella corsa più estrema: «Ho chiuso il mio cerchio»
Ce l’ha fatta Massimiliano Augusto, 48 anni di Bellusco, unico italiano in gara nella temibile «Desert Ultra», una delle ultramaratone più estreme del pianeta che si è disputata la scorsa settimana in Namibia. Cinque giorni di corsa in totale autonomia, per un totale di 250 kilometri tra scenari rocciosi, sabbiosi e vulcanici, insieme ad un’altra ventina di partecipanti, di cui quasi la metà ha dovuto gettare la spugna prima del traguardo finale. Traguardo che invece ha centrato, e alla grande, l’atleta brianzolo.
Un risultato oltre le aspettative
«E’ andata molto bene, anche oltre le aspettative - racconta al suo rientro in Italia - A livello di risultati sono veramente soddisfatto perché durante la settimana ho gestito benissimo le risorse idriche e alimentari che avevo a disposizione, così come quelle fisiche. Mi sentivo davvero in forma e in equilibrio con me stesso. Mi sono anche tolto lo “sfizio” di arrivare secondo al termine dell’ultima tappa, quella più dura, da 92 kilometri. E’ stata un’esperienza incredibile, anche se il risultato finale per me era secondario».
Max non ha mai guardato la classifica, ma ha cercato l’ispirazione dentro di sé, nel proprio percorso di vita e nelle motivazioni che arrivavano dal messaggio che voleva lanciare con la sua impresa. Lo stesso che, dopo lo stop del 2021 all’ultramaratona nel Sahara, lo ha rimesso in piedi e lo ha riportato nel deserto.
L'esempio prima di tutto
«Ho voluto dimostrare che con la determinazione e con la forza di volontà si può arrivare ovunque, si può raggiungere qualunque obiettivo - spiega - L’ho fatto per me, ma l’ho fatto principalmente per i ragazzi che varcano la soglia della palestra (la “Max Chen Boxing Club” di Sulbiate, ndr) e che cerco di tener lontano dalle cattive strade. Come? Soprattutto con l’esempio. Ecco perché per me era così importante concludere questa avventura: oggi sento di aver chiuso quel cerchio che avevo aperto nel 2021, quando per la prima volta avevo tentato di affrontare il deserto».
Nel Sahara le cose erano andate diversamente. La tragica morte di un partecipante aveva infatti convinto Max al ritiro: «Non c’erano le condizioni per poter proseguire, ma questa volta è stato diverso e penso di aver chiuso un capitolo importante della mia vita».
Il 48enne è tornato a Bellusco stanco, ma motivato; segnato nel fisico, ma allo stesso tempo arricchito nello spirito.
«E’ un’esperienza difficile da descrivere se non la si vive sulla propria pelle - dice provando a dare forma ai propri pensieri più profondi - Nel deserto sei completamente da solo e non puoi contare sull’aiuto di nessuno. Devi fare i conti con te stesso, lontano dalle comodità della vita quotidiana e anche dagli affetti più cari, di cui senti una grandissima mancanza. Ecco, è in quei momenti di difficoltà che ti accorgi come tutto quello che consideriamo banale o scontato, in realtà non lo è affatto. Dovremmo essere grati, ogni giorno, di tutto quello che abbiamo, famiglia compresa. Questa avventura ti fa riflettere su quelle che sono davvero le cose essenziali e in un certo senso rimette in equilibrio la tua vita».
Il sostegno dei suoi ragazzi
Ora per Max un po’ di meritato riposo, anche se la testa potrebbe essere già alla prossima impresa.
«Per il momento mi godo il rientro a casa, anche se da domani (lunedì scorso, ndr) si torna subito ad aprire la palestra perché non vedo l’ora di poter abbracciare di nuovo i “miei” ragazzi, di cui ho avvertito proprio tutto il sostegno in questi giorni, così come quello di tante altre persone che mi hanno seguito e che ringrazio di cuore - conclude - Poi vedremo. Sicuramente non finisce qui, la voglia di tentare un’altra avventura è tanta. Magari ancora nel deserto, che per me rappresenta ormai un habitat nel quale rimettermi in pace con il mondo».