Si è spento a 101 anni Angelo Lerco, era stato prigioniero due volte
I funerali si terranno ad Arcore, nella Chiesa Parrocchiale di Sant'Eustorgio mercoledì 13 dicembre alle 14.15
Lo scorso anno aveva compiuto 100 anni e per l'occasione anche il sindaco di Arcore, Maurizio Bono, era stato a fargli visita complimentandosi per il grande traguardo raggiunto e soprattutto per la lucidità e memoria con cui riusciva a ricordare e raccontare gli anni della sua giovinezza.
Si è spento a 101 anni Angelo Lerco
Angelo Lerco, 101enne si è spento nelle ultime ore circondato dall'affetto dei suoi cari: la moglie Cornelia, i figli Gian Paolo e Giovanni e tutti gli altri parenti. I funerali si terranno ad Arcore, nella Chiesa Parrocchiale di Sant'Eustorgio mercoledì 13 dicembre alle 14.15.
Una vita fatta di sacrifici, guerra, prigionia e fame, quella vissuta da Angelo Lerco, ma anche di tanto amore per la moglie Cornelia, 90 anni, per i due figli e i quattro nipoti.
Lerco aveva davvero tante passioni e una memoria di ferro: lo scorso anno, proprio in occasione del suo compleanno, ci aveva raccontanto con dovizia di particolari i tanti avvenimenti, tristi e felici, che hanno costellato la sua lunga vita. Al traguardo dei 100 anni riusciva a portare avanti ancora le sue grandi passioni: coltivare l'orto e travasare il vino dalle damigiane alle bottiglie.
Nato nel 1922 ha trascorso una giovinezza difficile
Il centenario era nato il 29 aprile del 1922 a Mezzago di Sotto, in provincia di Verona, ma è arcorese dal 1954, quando si unì in matrimonio alla sua amata Cornelia. In Brianza ha creato la sua famiglia e ha lavorato come operaio prima alla Falck di Sesto san Giovanni e poi ad Arcore, specializzandosi come elettricista.
Era stato prigioniero due volte
"La mia giovinezza, come quella di tutti i miei coetanei, è stata segnata inevitabilmente dalla guerra che mi ha portato ad essere impriogionato per ben due volte, la prima in Germania e la seconda in Francia, ad Avignone - ci aveva raccontato lo scorso anno il centenario - Fui chiamato alle armi a 19 anni, ero giovane. Ricordo la fatica provata per la fame, le malattie e le drammatiche avventure che hanno visto tanti miei amici andare avanti. E poi in Germania e in Francia venni rinchiuso per ben due volte in un campo di concentramento. In Francia passavamo i giorni a lavorare nei campi dove si coltivavano i fiori per fare i profumi, a ricostruire gli ospedali e anche i maneggi e tutto quello che la guerra aveva distrutto".