Il racconto

Vacanza da incubo in Kenya, bloccati su una jeep in mezzo a un fiume di fango

Nel gruppo di turisti anche un novese: «Ci siamo portati a casa un bello spavento»

Vacanza da incubo in Kenya, bloccati su una jeep in mezzo a un fiume di fango
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Hanno vissuto attimi di paura due 34enni brianzoli in vacanza in Kenya. «Avevamo prenotato una vacanza con Alpitour e siamo partiti con entusiasmo, purtroppo, al ritorno da una escursione nella riserva naturale di Taita Hills, la nostra jeep con a bordo sei turisti italiani e l’autista, è rimasta bloccata nel tentativo di guadare una strada dove causa pioggia si era creato un vero e proprio fiume di acqua e fango, per poi ribaltarsi su se stessa – raccontano Andrea Chiari e Milena Turati, residenti rispettivamente a Nova Milanese e Giussano - In più il nostro autista è andato nel panico e non ci ha dato indicazioni sul da farsi».

Vacanza da incubo in Kenya, bloccati su una jeep in mezzo a un fiume di fango

Andrea Chiari si trovava nel sedile dietro ed è riuscito a uscire. «Non è stato facile, sono stato trascinato per qualche metro dalla corrente molto forte, tanto che non riuscivo a fermarmi».

Per Milena Turati, invece, è stato più difficile. «Ero seduta davanti dove non c’era il tettuccio apribile, per cui ho dovuto scavalcare, Andrea mi ha preso per la giacca e trascinata fino a riva. Un’altra ragazza è stata portata via da fiume per venti metri». I due brianzoli sono quindi riusciti a tornare alla base grazie a un'altra auto.

«Abbiamo fatto una strada alternativa – aggiungono – Ci chiediamo come mai non sia stato scelto questo secondo percorso fin dall’inizio. Per fortuna eravamo tutti abbastanza giovani e in forma altrimenti staremmo raccontando un’altra storia. Una volta rientrati ci siamo puliti e asciugati, con la preoccupazione di aver ingerito per sbaglio escrementi, resti di animali o altro presente nel fiume. Abbiamo denunciato lo smarrimento dei passaporti e ci siamo preparati per lo spostamento verso l’ultima tappa del tour, sulla costa. Non è stata necessaria una visita medica per cui una volta arrivati a destinazione abbiamo solo dovuto denunciare i beni danneggiati, i passaporti e contanti persi. Oltre allo spavento, il disagio maggiore è stato dover rifare i documenti, che ha richiesto un’intera giornata. Doveva essere una bella vacanza e invece ci siamo portati a casa un bello spavento».

Contattato il tour operator per una replica, al momento non sono pervenute dichiarazioni

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