Caso mediatico

Mamma consigliera dimessa, il Pd: "Volevamo cambiare il regolamento"

I tempi lunghi per difficoltà tecnologiche e procedurali hanno impedito al Centrosinistra di trovare una soluzione

Mamma consigliera dimessa, il Pd: "Volevamo cambiare il regolamento"
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Volevano cambiare il regolamento, ma  non sono arrivati in tempo (ci lavoravano da marzo 2023) e così gli esponenti del Centrosinistra di Monza sono passati per quelli che non hanno garantito le pari opportunità in Consiglio comunale. Oggi il Pd in conferenza stampa ha voluto replicare dopo l'addio della consigliera comunale Francesca dell'Aquila, che a Primamonza.it aveva dichiarato: "Sono costretta a dimettermi, non essendoci la possibilità di seguire da remoto le sedute e conciliare la maternità è impossibile".

Il caso nazionale della consigliera dimessa

E così il caso della consigliera del Pd dimessa (qui l'articolo in cui ne avevamo parlato) è diventato nazionale con diversi esponenti democratici che hanno alzato il telefono per capire cosa stesse accadendo a Monza dopo che anche i siti nazionali hanno ripreso la notizia. Davanti a un apparente scivolone,  i vertici del Partito democratico monzese oggi, martedì 16 gennaio 2024, hanno voluto mettere i puntini sulle "i".

"Abbiamo  appreso con rammarico dalla segreteria generale del Comune di Monza le dimissioni di  Dell’Aquila.  Nel corso del 2023 Francesca ha avuto il merito di sottoporre al Gruppo Consiliare del Pd la necessità di rivedere per alcuni casi, tra questi la maternità, il regolamento che sovrintende il lavori delle sedute del Consiglio Comunale. Già dallo scorso marzo 2023  abbiamo lavorato su una proposta di revisione generale del Regolamento, fermo a 10 anni fa, che tra le altre indicazioni non contempla per i consiglieri la partecipazione da remoto alle sedute. Inoltre anche i vetusti apparati tecnologici aggiornati solo in questi ultimi giorni non avrebbero potuto garantire privacy, sicurezza ed efficienza nello svolgimento delle sedute".

Problema tecnico e di regolamento

Insomma, secondo i democratici monzesi oltre a un problema di regolamento (che alcuni Comuni come Vercelli e Torino hanno modificato con un iter veloce) ce ne era uno legato ad una tecnologia obsoleta che proprio in settimana è stata modificata.

Spiega la presidente Cherubina Bertola: "Una cosa era garantire a tutti i consiglieri il collegamento da remoto durante il lockdown, altra cosa consentirlo solo per una postazione, permettendo  anche il voto segreto che gli altri Comuni che hanno revisionato il regolamento non sono riusciti a rendere possibile".

I tempi così si sono allungati. "Volevamo arrivare entro la fine dell'anno ma non c'è stato il tempo - ha aggiunto il capogruppo del Pd in Aula Angelo Imperatori -  Ci prendiamo l'impegno di farcela prima della fine della legislatura, ma il ragionamento è ampio se si vuole consentire la medesima possibilità di collegamento da remoto non solo ai neogenitori in congedo parentale, ma anche ad altre situazioni, penso ad esempio a lunghe malattie o infortuni".

Insomma, le regole vanno ben ponderate, secondo il Pd "per evitare di finire in Tribunale in caso di votazioni dubbie, telecamere che si spengono o situazioni poco chiare sui costi a carico di dotazioni per il collegamento", come ha ribadito Fabio Maggioni.

L'apertura a Dell'Aquila

Davanti alla questione politica posta dalla decisione di Dell'Aquila, il Pd fa però notare la totale apertura davanti alle assenze: "Nessuno ha mai fatto pesare a Francesca le assenze e nemmeno le ha fatto pressioni per lasciare. Abbiamo anche proposto di allestire un'aula per allattamento e fasciatoio, ci abbiamo lavorato ma non siamo riusciti, ma va ricordato che il ruolo di un consigliere non si riduce alle presenze in Consiglio", ha ribadito Bertola.

"Sono pochi i Comuni in Italia i cui regolamenti delle sedute del proprio Consiglio Comunale prevedono la partecipazione ai lavori da remoto ed è così perché non è facile, noi però pensiamo che vadano al più presto riformulati e aggiornati prevedendo forme di inclusione in grado di evitare ogni forma di discriminazione", ha ribadito il Pd.

L'impegno bipartisan

Una posizione che anche Pierfranco Maffè e Andrea Arbizzoni, rispettivamente consiglieri di Forza Italia e Fratelli d'Italia avevano ribadito ieri sera in Consiglio comunale: "Queste dimissioni siano lo spunto per cercare di modificare il regolamento, il Covid ce lo ha insegnato, gli strumenti ci sono, alcuni Comuni stanno già colmando questo gap, si parla tanto di inverno demografico, lavoriamo assieme per l'obiettivo".

In tanti in queste ore hanno espresso solidarietà e vicinanza a Dell'Aquila  non solo nel suo partito (anche Italia Viva era stata tra i primi a intervenire sulla questione).  E senza dubbio la consigliera è riuscita nel suo nobile intento perchè - come aveva ribadito a Primamonza.it "l'importante è che il mio caso possa aiutare altre donne ad avere maggiori possibilità di conciliazione della maternità con l'impegno politico, per garantire davvero le pari opportunità". E dato il clamore mediatico, di sicuro ci è riuscita.

 

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