Aveva 52 anni

Nova Milanese piange Giuseppe Spadaro, l'infermiere malato di Sla

Lavorava all'Auxologico San Luca, le esequie oggi alle 14,45 a Milano

Nova Milanese piange Giuseppe Spadaro, l'infermiere malato di Sla
Pubblicato:
Aggiornato:

La scomparsa di Giuseppe Spadaro, 52 anni, ha scosso la comunità di Nova Milanese dove era cresciuto. Nel suo lavoro si è preso cura dei malati di Sla, è scomparso per la stessa malattia.

Originario di Nova Milanese

Nato a Desio, cresciuto a Nova Milanese, Giuseppe Spadaro aveva 52 anni. ieri, venerdì 19 gennaio, in mattinata, Giuseppe ha salutato per sempre la moglie Livia e i quattro figli con cui viveva a Milano. Giuseppe è deceduto a causa della Sla, la malattia contro cui combatteva dal 2021 e quella stessa malattia che hanno affrontato tantissimi pazienti, lui che lavorava come infermiere all'Auxologico San Luca di Milano. E proprio a Milano si era trasferito dopo il matrimonio, ma la Brianza e la sua Nova non l'aveva mai dimenticata.

I primi sintomi nel 2021

"Ho fatto l’infermiere per 30 anni e mi sono occupato di ogni tipo di patologia. Quando mi prendevo cura di un malato di Sla, pensavo che nella classifica delle malattie più brutte avrei messo quella al primo posto" raccontava Giuseppe.

Quella stessa malattia si era manifestata con i primi sintomi nel marzo 2021. Un anno dopo ha cominciato a perdere forza alle braccia ed è arrivata la diagnosi definitiva.

"Non volevo crederci. Da quando ero bambino ho un’altra patologia, la sindrome di McCune-Albright, che mi ha comportato 23 interventi chirurgici. Mi sono rivolto a Dio per dirgli che avevo già portato la mia parte di croce sulle spalle e chiedergli di non darmi anche la Sla, proprio la malattia che più mi faceva paura" affermava Giuseppe.

Un esempio di forza

La sua storia però è stato un esempio per tutti. La malattia ha unito ancora di più la famiglia Spadaro e ha paradossalmente rafforzato la grande fede di Giuseppe, che incoraggiato dal proprio parroco ha deciso di pubblicare via social gli aggiornamenti e i pensieri della propria malattia.

"Se esistono ancora i santi anche in questi tempi oscuri e tribolati, Giuseppe è uno di loro. Di una forza interiore incredibile, nel corso delle prime manifestazioni della malattia e nonostante la diagnosi è pure riuscito a laurearsi in giurisprudenza. L'esempio che ci sta dando  è un dono di amore vero e autentico per tutti noi - ricordano i colleghi - Aveva lucidamente, di proposito, rinunciato a qualsiasi tipo di accanimento terapeutico. Anche il respiratore e l'ossigeno. "Quando Dio mi vorrà a sé, io sono pronto", raccontava".

I messaggi di solidarietà

La storia di Giuseppe era diventata virale e aveva commosso tante persone. Moltissimi avevano deciso di seguirlo sui social. Chiedergli l'amicizia e stargli vicino, almeno virtualmente. C'è anche chi, come gli attori Carlo Verdone e Stefania Rocca, avevano deciso di mandargli un videomessaggio di saluto e di vicinanza.

La raccolta fondi dei colleghi

Alcuni suoi colleghi in dicembre avevano aperto una piattaforma di raccolta fondi per la sua famiglia, mentre la settimana scorsa è partita anche una sottoscrizione ufficiale di Auxologico estesa a tutto il personale (più di 2000 persone) per sostenere la numerosa famiglia. Oggi, sabato 20 gennaio, sono in programma i funerali alle 14.45 nella chiesa parrocchiale di Sant'Ilario Vescovo a Milano.

Seguici sui nostri canali
Necrologie