Tentata estorsione, i figli di Berlusconi contro l'ex olgettina: "Gli chiese un milione di euro"
Il leader di Forza Italia si era costituito parte civile al dibattimento ma per ben due volte aveva ignorato il tribunale di Monza. Ora gli eredi faranno le sue veci
Gli eredi di Silvio Berlusconi contro Giovanna Rigato, l'ex "olgettina" sotto processo con l’accusa di estorsione davanti al tribunale di Monza, poiché avrebbe preteso un milione di euro in cambio del suo silenzio su quello che avveniva nelle serate a Villa San Martino, ad Arcore.
I cinque figli di Berlusconi si sono costituiti parte civile
Martedì, in occasione dell’udienza programmata davanti al collegio presieduto dal giudice Roberta Russo, i 5 figli del Cavaliere si sono costituiti parte civile (assistiti dall’avvocato Giorgio Perroni) contro l’imputata. Di fatto hanno fatto ingresso nell’istruttoria subentrando al posto del padre, morto il 12 giugno 2023.
Il coinvolgimento di Berlusconi in questo procedimento, come vittima del presunto reato di estorsione, aveva visto il tentativo da parte della procura e del collegio di sentire l’ex Premier come teste. Ma questo non si era mai presentato. A febbraio 2022, per esempio, Berlusconi non era comparso, adducendo motivi di salute che ne avrebbero sconsigliato "l’esposizione in pubblico in luoghi affollati, e la partecipazione a eventi che avrebbero potuto procurargli stress emotivo”.
Giustificazione di fronte alla quale il pubblico ministero di allora (Rosario Ferracane), aveva fatto notare come l’ex Premier, pochi giorni prima, fosse in tribuna allo stadio per tifare il Monza, dove aveva risposto alle domande dei giornalisti.
Chi è Giovanna Rigato?
Giovanna Rigato, ex concorrente del Grande Fratello, è accusata di aver chiesto prima la somma di 500 mila euro, poi raddoppiata un milione di euro in cambio del suo silenzio sulle "serate eleganti di Arcore".
La donna respinge le accuse, sostenendo che la sua fosse una richiesta di risarcimento per gli anni trascorsi nei tribunali nei vari filoni processuali del caso "Ruby". Processo rinviato ad aprile.