Caso Salis, la Lega: "Assaltò nostro banchetto"
Dopo l'uscita del Carroccio, la replica dell'avvocato: "Fu prosciolta". Intanto la diplomazia è al lavoro per farle ottenere i domiciliari
Mentre Monza e l'Italia si indignano per le condizioni con cui lunedì 29 gennaio 2024 la maestra monzese Ilaria Salis è stata portata al processo a Budapest che la vede imputata per lesioni a due neonazisti legata mani e piedi con una catena tenuta dalla guardia, la Lega rivela: "Assaltò un nostro banchetto". Effettivamente a processo Salis ci andò ma - rivela all'Ansa il suo avvocato - ne fu prosciolta.
Salis, la posizione della Lega
Così la Lega in una nota stampa: "Durante una manifestazione le immagini di Ilaria Salis incatenata in Ungheria sono scioccanti: il suo caso offre la possibilità di riflettere sull’atteggiamento di un Paese membro dell’Ue, ma non solo".
Poi arriva il racconto di quanto accadde a Monza, dove Salis è cresciuta e dove ancora vive la sua famiglia, tra cui papà Roberto che sta conducendo una battaglia per i diritti civili. Continua la Lega: "Il 18 febbraio 2017, a Monza, un gazebo della Lega veniva assaltato da decine di violenti dei centri sociali, e le due ragazze presenti attaccate con insulti e sputi da un nutrito gruppo di facinorosi. Per quei fatti Ilaria Salis è finita a processo, riconosciuta dalle militanti della Lega. Auspichiamo che la donna, di professione insegnante e definita dai sempre attenti giornali italiani un’idealista, possa dimostrarsi innocente in tutti i procedimenti che la riguardano. Le sue vicissitudini nelle aule di tribunale offrono l’opportunità di ribadire che il legittimo esercizio del dissenso non può mai sfociare in episodi di violenza, soprattutto se particolarmente odiosi come quelli messi in atto contro giovani indifese aggredite da un branco come successo a Monza”.
La replica dell'avvocato all'Ansa
Effettivamente a processo Salis ci andò, ma non fu condannata. Parlando con l'Ansa il legale di Ilaria Salis, l'avvocato Eugenio Losco, ha ricordato che "Ilaria è stata assolta per non aver commesso il fatto in relazione all'episodio dell'aggressione al gazebo della Lega nel 2017".
E ha sottolineato che "la signora Salis non è stata affatto individuata dalle due militanti della Lega ma solo individuata come partecipante al corteo che si svolgeva quel giorno a Monza da un video prodotto in atti. Il giudice nella sentenza - ha concluso - ha specificato che risulta aver partecipato solo al corteo senza in alcun modo aver partecipato all'azione delittuosa di altre persone né di aver in qualche modo incoraggiato o supportato altri a farlo".
Intervenuto anche Salvini
Intanto su Facebook pochi minuti fa anche il vicepremier Matteo Salvini è intervenuto sulla questione:
Le immagini di Ilaria Salis incatenata in tribunale sono scioccanti e spero che possa dimostrarsi innocente. Certo, è sorprendente che lei sia stata presente in occasione di manifestazioni violente, a Budapest come a Monza nel 2017 quando venne distrutto un gazebo della Lega.
Mi permetto di dire che non sarei felice se Salis fosse l’insegnante di mia figlia.
Salvini alle telecamere aveva già detto: "Le catene in un'Aula di Tribunale non si possono vedere, bene fa il Governo italiano a chiedere il rispetto dei diritti di colei che è presunta innocente fino a prova contraria. Se fosse dimostrata colpevole sarebbe incompatibile con l'insegnamento in una scuola italiana".
Il caso Salis: rischia 11 anni
Lunedì si è aperto il processo a Salis e lei si è dichiarata innocente come già aveva fatto in questi mesi. La procura di Budapest ha chiesto 11 anni di carcere per la maestra 39enne e la prossima udienza si terrà il 24 maggio 2024. Come papà Roberto Salis si aspettava Ilaria è arrivata in Aula con le mani e i piedi legati, tenuti insieme da una catena con la scorta di un agente in mimetica con il passamontagna sul volto, come è prassi in Ungheria.
Immagini choc che hanno sconvolto l'Italia, dando finalmente risalto mediatico a una situazione che dura da un anno (Ilaria è in carcere da febbraio 2023 in condizioni igienico-sanitarie preoccupanti, come aveva rivelato il papà a Primamonza.it).
«Portarla a casa è l’unica cosa che conta», ripete alle telecamere papà Roberto Salis. Intanto oggi, proprio in queste ore, la famiglia potrà incontrare Ilaria in carcere.
Adesso che c'è stato un incredibile clamore mediatico, la diplomazia si sta muovendo per trattare con l'Ungheria sulle condizioni detentive e anche la raccolta firme per far tornare Ilaria in Italia (disponibile qui) è volata superando le 100mila sottoscrizioni.