Villa Bagatti resta della fondazione
Respinto la richiesta dell’Amministrazione di nullità degli atti di compravendita del 2011. L’assessore Figini: «Sentenza che ci lascia stupiti»
Villa Bagatti Valsecchi a Varedo resta pubblica e quindi di proprietà della fondazione La Versiera 1718 di cui il Comune è socio unico. Il Tribunale di Monza, sezione civile, ha respinto la richiesta dell’Amministrazione comunale di annullare gli atti relativi alla compravendita della dimora storica.
Villa Bagatti resta della fondazione
«Una sentenza che ci lascia stupiti più che amareggiati giacché una sentenza positiva avrebbe comportato conseguenze immediate pesanti per la Villa - ha premesso l’assessore agli Affari Legali Matteo Figini, insieme alla Giunta - Però sembra che ci siano presupposti per un ricorso in appello fondato che potrebbe riformare la sentenza di primo grado e quindi stiamo valutando come procedere».
L’assessore ha precisato che la sentenza non cambia nulla nei rapporti con la fondazione:
«Continueremo a lavorare per una soluzione indolore che contemperi la tutela del patrimonio culturale da un lato e le esigenze di bilancio per i beni e i servizi da garantire primariamente alla cittadinanza».
Una vicenda che va avanti da 10 anni
Con il pronunciamento del giudice si aggiunge un altro capitolo alla complessa vicenda del compendio immobiliare che da oltre dieci anni è al centro di contenziosi legali.
Secondo l’esecutivo guidato dal sindaco Filippo Vergani, la richiesta di nullità degli atti era un atto dovuto per adempiere a una delibera della Corte dei Conti che nel 2013 aveva messo sotto la lente la complessa operazione finanziaria: secondo la giustizia contabile il Comune si sarebbe esposto come garante nella compravendita, eludendo il patto di stabilità, cioé aggirando i vincoli di finanza pubblica in materia di indebitamento. La villa era stata acquistata dalla fondazione La Versiera - istituita dalla precedente Amministrazione di Centrosinistra - che aveva ottenuto l’erogazione di un finanziamento di 6,5 milioni dalla banca.
Per riallineare il dato giuridico a quello finanziario, nel 2020 il Comune ha avviato il procedimento di nullità degli atti ora giunto a sentenza. Secondo il Tribunale, l’ente locale si era già conformato nel 2014 agli adempimenti e prescrizioni cui era stato invitato dalla Corte dei Conti sul piano contabile. Inoltre il giudice ha specificato che la Legge di Stabilità del 2012 invocata dal Comune di Varedo per procedere con la nullità degli atti non può essere applicata al contratto oggetto del contenzioso in quanto entrata in vigore successivamente alla stipula dell’atto di compravendita di Villa Bagatti. Norma inoltre non più vigente dal 2016. Quindi il giudice ha respinto la richiesta del Comune.
La dimora è pronta a riaprire al pubblico
La fondazione La Versiera 1718 preferisce commentare la sentenza in un secondo momento, dopo aver esaminato con attenzione il responso del giudice. Intanto la dimora storica con il suo vasto parco è pronta a riaprire al pubblico a metà aprile ospitando un evento del FuoriSalone.
«Mi auguro che il Comune mediti sulla possibilità di prendersi questa villa»
«Confidavo che la nullità degli atti non avrebbe avuto esito. Ora mi auguro che il Comune mediti sul fatto di prendersi in carico Villa Bagatti». E’ l’auspicio di Mariano Delle Cave, ex presidente della fondazione La Versiera 1718, rimasto in carica poco più di un anno, fino a luglio 2022. Periodo in cui ha seguito il contenzioso come parte in causa poiché la fondazione si è costituita in giudizio - tardivamente - nel settembre 2021. Con il Cda guidato da Delle Cave è stata approntata la convenzione che prevede un contributo economico da parte del Comune alla fondazione che non possiede entrate proprie se non molto esigue.
«Come suggerito dalla Corte dei conti, in questi anni il Comune avrebbe potuto rimodulare gli strumenti finanziari in essere con la banca e i rapporti con la fondazione - ha continuato - anche il giudice, prima di decidere, per un anno ha invitato le parti a trovare una soluzione, l’ultima occasione era stata nel 2022 quando eravamo a un passo per la ridefinizione del contratto e del valore della villa».
Delle Cave spera che la vicenda finisca qui e che il Comune non impugni la sentenza: «Mi auguro che questa partita venga messa da parte - ha detto - Il vero problema oggi è capire se il Comune vuole prendersi in carico questa villa, perché o la fondazione ha i mezzi necessari oppure ci deve pensare il Comune. Mi auguro si valuti il fatto che non sia solo la giustizia a risolvere la questione ma si guardi la vicenda in maniera più ampia, cogliendo appunto l’invito della Corte dei conti di rivedere i rapporti giuridici con la banca e con la fondazione».