Monza

In quattromila resteranno senza medico di base

A San Rocco e Sant'Alessandro dopo la dottoressa Ripamonti, anche Russo e Perego andranno in pensione

In quattromila resteranno senza medico di base
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San Rocco, Sant’Alessandro e Casignolo, a Monza, saranno presto senza neanche un medico di base sul territorio: Luigia Ripamonti che aveva l’ambulatorio in via San Rocco è andata in pensione da qualche mese, presto Davide Russo (anche lui in via San Rocco) e Dario Luigi Perego (medico in via D’Annunzio) faranno lo stesso.

In quattromila resteranno senza medico di base

Agli oltre mille assistiti rimasti «orfani» della Ripamonti, se ne aggiungeranno entro la metà dell’anno circa altri tremila (i pazienti di Russo e Perego) che rimarranno senza il proprio punto di riferimento. Al momento non ci sono medici di medicina generale che abbiano manifestato l’intenzione di aprire un proprio studio a San Rocco, Sant’Alessandro o Casignolo. Anzi, l’esperienza di Sant’Albino mostra che è piuttosto difficile trovare un professionista disponibile. L’ultimo bando di reclutamento di Ats per la periferia è andato deserto, i medici hanno scelto di installarsi nelle zone centrali della città. E anche in merito ai prossimi bandi che usciranno (il prossimo sarà a marzo) non ci sono garanzie che qualcuno scelga uno dei tre quartieri. «Sul reclutamento dei medici e sulla loro allocazione l’Amministrazione comunale non ha potere, la competenza è di Ats. Abbiamo già chiesto da tempo ad Ats di lavorare per coprire i posti vacanti» ha precisato Egidio Riva, Assessore al Welfare e Salute, aggiungendo che quello che si può fare, è predisporre dei luoghi per agevolare ai medici la scelta di quella zona.
I cittadini che rimangono senza medico sono invitati a sceglierne un altro, anche se durante l’assemblea pubblica organizzata dalla Consulta San Rocco è emerso che quelli nei quartieri limitrofi sono già tutti «pieni» ed è praticamente impossibile trovare un posto. In alternativa, ci si può rivolgere all’Ambulatorio Medico Temporaneo (Amt) attivo presso la Casa di Comunità in via Solferino 16.

Le proposte del quartiere

Ben due realtà del quartiere si sono dichiarate disponibili a mettere a disposizione i loro spazi, a condizioni molto agevolate rispetto a quelle di mercato, ai medici che sceglieranno di prestare lì il loro servizio. Giuseppe Tasca della Cooperativa Toti di Casignolo e Pino Saccà, rappresentante degli inquilini Aler di via Zara, hanno entrambi proposto dei locali che potrebbero diventare ambulatori medici; a Casignolo quegli spazi sono a disposizione dei medici già dal 1946. Maurizio Brambilla, direttore Generale di Farmacom, ha spiegato come la tendenza sia quella della medicina di gruppo, ovvero la presenza di più medici che condividono gli stessi spazi, si alternano in modo complementare in una stessa struttura, in modo da garantire orari di apertura più ampi e un presidio costante per i pazienti. Oggi i due terzi dei medici di Monza opera in questo modo. Per attuare questo modello è però necessario un afflusso notevole di pazienti: l’apertura di una Casa di comunità in via Borgazzi, che nei piani di Ats dovrebbe avvenire nel 2026, potrebbe – secondo il tecnico di Farmacom - creare le condizioni per avere un presidio sanitario che risulti più accattivante per i medici. In questo scenario si inserisce la forte preoccupazione degli abitanti di Casignolo, che si stanno mobilitando per mantenere la farmacia comunale del quartiere in via Borgazzi 151; farmacia che l’amministrazione comunale, insieme a Farmacom, ha deciso che sposterà proprio negli spazi della Casa di Comunità, in una posizione peraltro molto vicina a una farmacia privata già esistente. «Questa farmacia non svolge un ruolo di puro distributore di medicinali, ma è diventata nel tempo un presidio sanitario per una consulenza veloce, una richiesta di piccolo aiuto, un vicino fedele e fidato a cui rivolgersi in caso di dubbi o di malesseri» hanno scritto i residenti di Casignolo nel loro accorato appello rivolto al sindaco. Inoltre, la decisione di spostare la farmacia non è stata comunicata ai cittadini, che l'hanno appreso solo a conti fatti. Ai cittadini è arrivato il sostegno di Italia Viva Monza, che si impegnerà affinché la questione non venga dimenticata: «Riteniamo che ogni servizio attualmente presente a Monza, specialmente nelle zone periferiche, debba essere potenziato, riqualificato e, se necessario, riprogettato per garantirne la sostenibilità economica» ha scritto Bruno Tarallo, Presidente Italia Viva Monza, in una

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