Al Bano ospite del Rotary alla serata di beneficenza in ricordo di Teo Riboldi
Durante l'interclub di giovedì sera sono stati raccolti fondi a sostegno dell'associazione fondata dopo la morte del 34enne per un linfoma.
Un interclub che ha unito musica, beneficenza e speranza quello organizzato giovedì sera, 4 aprile 2024, al Golf Club di Carimate dal Rotary di Meda e delle Brughiere e dal Rotary Sedeca (Seregno, Desio e Carate Brianza). La calda e travolgente voce di Al Bano Carrisi ha incantato gli oltre 150 partecipanti all’evento finalizzato a raccogliere fondi per l’associazione nata dopo la scomparsa, nel 2010, del 34enne di Carate Brianza Matteo Riboldi, stroncato da una malattia rarissima, un linfoma non-Hodgkin a cellule T.
Al Bano ospite del Rotary per beneficenza
Il cantautore pugliese di Cellino San Marco, colosso della musica italiana, ha proposto una decina di brani del suo ricco repertorio, affascinando tutti con l’intensità e il calore della sua voce, che è arrivata dritta al cuore. La sua partecipazione ha reso ancora più emozionante una serata intensa, pensata per ricordare il sorriso di Matteo Riboldi, per tutti «Teo», ma anche per aggiungere un’altra goccia all’oceano della solidarietà.
Raccolta fondi per lo studio dei linfomi
«Abbiamo voluto dare il nostro contributo a questo sodalizio nato per volontà di Gabriele Riboldi e Donatella Tagliabue, che dopo la perdita del loro unico figlio non si sono chiusi nel dolore, ma hanno voluto essere d’aiuto agli altri», afferma Antonio Colleoni, presidente del Rotary di Meda, che ha accolto i genitori di Teo, presenti in rappresentanza dell’associazione.
"Da quando è morto nostro figlio la ricerca ha fatto grandi passi"
«Sapendo che sarebbe stata volontà di Matteo sostenere la ricerca e aiutare l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove aveva ricevuto cure eccellenti, abbiamo deciso di fondare l’associazione che porta il suo nome per raccogliere fondi per l’unità di Ematologia e sostenere così lo studio delle forme rare di linfoma e in particolare il non-Hodgkin a cellule T - ha spiegato mamma Donatella - Quando si era ammalato nostro figlio era una malattia pressoché sconosciuta e incurabile, fortunatamente in questi anni la ricerca ha fatto grandi passi e la percentuale di guarigione è arrivata a sfiorare l’80 per cento».
Un nobile intento condiviso anche da Al Bano
Ma è importante continuare a investire negli studi, per far sì che la percentuale cresca ancora di più e permettere a un numero sempre maggiore di persone di tornare a vivere, a sorridere, a sognare. Un nobile intento, condiviso pienamente anche dal grande Al Bano, da sempre molto sensibile a questi temi, che ha voluto essere presente alla serata a titolo gratuito, avvolgendo con la sua voce meravigliosa i genitori di Matteo in un grande abbraccio.