Dopo la competizione elettorale

Le richieste della Cisl all'Europa dopo le elezioni

Preso atto degli esiti della competizione elettorale europea, la CISL è sempre più convinta della necessità di una fase costituente che implementi l’iter verso un’Europa coesa dei popoli e del lavoro.

Le richieste della Cisl all'Europa dopo le elezioni
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Terminate le elezioni Europee la Cisl Monza e Brianza "è sempre più convinta - di fronte alle trasformazioni anche radicali che investono il presente e si aprono al futuro - della necessità una fase costituente che implementi l’iter verso un’Europa coesa dei popoli e del lavoro".

Le richieste della Cisl all'Europa dopo le elezioni

In queste ore il sindacato ha messo nero su bianco le richieste già esplicitate anche nel manifesto programmatico “INSIEME PER UN’EUROPA NUOVA”: "l’Unione
Europea dovrà impegnarsi nella salvaguardia e nella maggiore promozione da un lato della dignità della persona, dall’altro del lavoro di qualità in un impegno incessante contro le disuguaglianze e le marginalitàsociali, rispondendo a un disegno inclusivo centrato in particolare su donne e giovani".

Le priorità

Quattro le priorità, come sottolinato dal Segretario Generale CISL Monza Brianza Lecco Mirco Scaccabarozzi:
• una governance partecipata con il coinvolgimento di sindacati e imprese, oggi posti di fronte a grandi transizioni epocali, dal green al digitale. Dialogo sociale, contrattazione e partecipazione dovranno essere le fondamenta della nuova governance europea per qualità, stabilità e sicurezza del lavoro.

"E’ necessario elevare l’innovazione e proteggere la persona nelle transizioni - sottolinea la Cisl Mb - In questo senso un più ampio ruolo spetterà alla Confederazione europea dei sindacati".

• rafforzamento della dimensione sociale con un mercato del lavoro che sia effettivo luogo di crescita della persona. Ciò comporta un miglioramento dei livelli salariali, delle condizioni di lavoro e delle protezioni sociali.

"Lo spazio contrattuale dovrà essere di natura comunitaria, valorizzando la partecipazione transnazionale, a partire dal rilancio dei Comitati aziendali europei nelle imprese multinazionali, riducendo così dumping e delocalizzazioni e promuovendo strumenti di gestione sostenibile d’impresa e una responsabilità solidale
nell’intera filiera produttiva - aggiunge il sindacato. I finanziamenti pubblici alle imprese devono rispondere alla generazione di forti vincoli sociali sradicando il lavoro sommerso e l’illegalità".

• equità nel mercato interno, garantendo la competitività sostenibile in tutti i settori e promuovendo politiche comuni a partire da quelle industriali e di ricerca e sviluppo. Assicurare l’inclusione di clausole sociali negli accordi commerciali per salvaguardare i diritti contrattuali dei lavoratori lungo tutte le catene di fornitura. Una tassazione armonizzata che eviti fenomeni di concorrenza al ribasso oltre che la valorizzazione del risparmio mediante strumenti di investimento nell’economia reale contrastando fenomeni di finanza speculativa.

• ineludibilità di una riforma dell’architettura decisionale europea, ma verso quale obiettivo? Per la Cisl occorre un rafforzamento politico e una maggiore legittimazione della Commissione, più ampio deve essere il ruolo del Parlamento europeo e va superata la regola delle decisioni all’unanimità nel Consiglio dando vita a una autentica Costituzione europea. Tutto ciò è ancor più necessario in vista dell’allargamento a 35 Paesi.

"Basta con le logiche spartitorie e gli interessi di parte su questioni fondamentali quali le politiche fiscali, migratorie, estere e di difesa. Ci preme soprattutto che l’Unione adotti una politica estera comune e che ci sia una gestione dei flussi migratori e di asilo improntata alla solidarietà" - conclude la Cisl.

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