Carate Brianza

Pediatria in crisi, la mancanza di specialisti mette in seria difficoltà l’ospedale di Carate

Per ovviare all’esternalizzazione dell’attività, il fabbisogno stimato è di 624 ore mensili: Asst Brianza ha avviato una procedura per il reclutamento

Pediatria in crisi, la mancanza di specialisti mette in seria difficoltà l’ospedale di Carate
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L’ospedale di Carate è in difficoltà per la carenza di pediatri con il rischio concreto di non avere medici a sufficienza per i prossimi mesi per garantire i turni tra reparto e ambulatori.

Pediatria in crisi, la mancanza di specialisti mette in seria difficoltà l’ospedale di Carate

E’ dei giorni scorsi la delibera del direttore generale di Asst Brianza per l’indizione di una procedura comparativa finalizzata al reclutamento di medici da assegnare alla struttura complessa di Pediatria del presidio di via Mosé Bianchi, da anni considerata una delle eccellenze sanitarie del territorio insieme a quella di Ostetricia e Ginecologia.
Una situazione difficile, ma identica a quella di centinaia di ospedali in tutta Italia, esplosa in seguito all’emergenza Covid-19 che ha causato pesanti e generalizzate criticità nel reclutare personale in forma stabile e strutturata in particolare in alcune aree specialistiche. Alla base l’emorragia di pediatri e anche di professionalità di elevatissimo profilo, in fuga dall’ospedale verso il territorio in aggiunta - in linea con quanto accade in altre specialità - e in cerca di migliori condizioni di lavoro e di trattamento economico.
Secondo la delibera di Asst Brianza, alla Pediatria dell’ospedale di Carate Brianza il fabbisogno stimato è di 624 ore mensili, necessario «a potere fare fronte al superamento dell’esternalizzazione dell’attività».

La chiamata regionale voluta dall’assessore al Welfare, Guido Bertolaso che ha vietato agli ospedali lombardi di attivare nuovi contratti con le cooperative e le società dei cosiddetti «gettonisti», ovvero i medici liberi professionisti chiamati a coprire i buchi in organico a tariffe molto più alte rispetto a quelle riconosciute agli assunti, non avrebbe sortito infatti al momento l’effetto sperato.

I tentativi caduti nel vuoto

La procedura di selezione avviata con delibera dall’Azienda ospedaliera rivolta a medici specializzati, ma anche a medici a riposo (per questi ultimi però per un periodo non superiore a 6 mesi) fa seguito ad una serie di tentativi «caduti nel vuoto». Dopo che a fine maggio è scaduto il contratto in essere con la cooperativa alla quale l’Asst della Brianza si rivolgeva per coprire parte dei turni per le attività riabilitative e assistenziali della Pediatria, hanno dato esito negativo anche la richiesta di convenzione tra Enti dell’ambito territoriale di riferimento e quella di «prestito» di nominativi di candidati idonei avanzata ad altre Aziende socio-sanitarie.

Infruttuoso si è rivelato anche il tentativo di reclutamento, sotto la cabina di regia di Areu, di «camici bianchi» sempre liberi professionisti, attivato dalla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia con un bando centralizzato e tariffe prestabilite in ottemperanza a quanto indicato a fine dello scorso anno dall’assessorato al Welfare di Regione Lombardia.
Con la procedura di selezione, il cui esito ancora non è stato reso noto, si punta ad arruolare medici pediatri con incarichi fino al 31 dicembre 2024 e che potranno poi essere anche prolungati di altri sei mesi.
La richiesta è di professionisti specializzati che lavorino con un compenso orario lordo di 80 euro su turni notturni di 12 ore, festivi e non festivi e su turni diurni - sempre festivi e non festivi - da 6 o da 12 ore, in attività di Pronto soccorso pediatrico, di assistenza ai neonati in Sala Parto e ai bambini degenti in reparto o in Neonatologia.

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