Pochi voti eccellenti negli esami di terza media «Gli studenti hanno risentito del periodo Covid»
Ai ragazzi in larga prevalenza valutazioni medio basse: l’opinione di docenti e dirigenti scolastici
Pochi voti di eccellenza negli esami di terza media, che si sono conclusi nei giorni scorsi. Lodi e 10 si contano sulle dita delle mani, mentre prevalgono i voti medio bassi, in prevalenza 7 e 6. Quali sono le motivazioni?
Pochi voti eccellenti negli esami di terza media
«Le classi terze di quest’anno hanno dimostrato meno impegno e di conseguenza le valutazioni rispetto agli anni passati sono state inferiori - commenta la responsabile della scuola Don Milani di Seregno, Antonella Scrittore, che ha svolto anche le funzioni di commissaria - Pochi alunni hanno superato l’esame con un voto maggiore rispetto a quello di ammissione. Statisticamente hanno dimostrato meno costanza nello studio e, soprattutto, per alcuni ha influito anche il comportamento»
«Il fatto che oggettivamente ci siano state più valutazioni pari a 7 rispetto al 10 non significa che gli alunni si siano impegnati meno o che sia mancata la responsabilità nell’assolvere con costanza i propri impegni scolastici - argomenta invece la professoressa Fulvia Villa, che ha svolto il ruolo di presidente di commissione alla scuola Mercalli - Preciso che ci sono state anche molte valutazioni finali pari a 8 e 9. In realtà ogni alunno ha compiuto un proprio percorso di vita e di studio, che può essere stato più o meno difficoltoso, ma pur sempre un percorso di crescita e di maturazione. Ciò è stato dimostrato nel corso delle prove scritte e del colloquio d’esame, durante i quali ogni ragazzo e ragazza ha saputo affrontare con serietà e responsabilità questo importante traguardo della propria vita. Il percorso scolastico è molto personale e non tutto, in questo percorso, può essere quantificato con il solo voto numerico».
«Gli studenti hanno risentito del periodo Covid»
Anche Francesco Digitalino, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Moro, ha confermato che i «verdetti» al termine degli esami sono stati un po’ al di sotto delle aspettative.
«Credo che una delle ragioni principali sia da imputare ancora al periodo del Covid, quando le lezioni erano sospese o procedevano a singhiozzo oppure la presenza nelle classi era dimezzata - le parole del preside - Sono gli studenti che, dal passaggio dalle elementari alle medie, hanno pagato la fase pandemica. Alla lunga magari la poca presenza a scuola e la mancanza di continuità nelle lezioni frontali può aver inciso sul rendimento di ogni individuo. C’è chi ha saputo recuperare in fretta qualche vuoto e chi, invece, ha fatto più fatica. Staremo a vedere il prossimo anno».
Un’opinione condivisa da Roberto Pagani, preside del Collegio Ballerini: «Non ci sono stati voti importanti come gli altri anni. Le eccellenze sono state poche, per merito di studenti già in possesso di doti personali che le hanno messe a profitto rispetto ad altri che hanno risentito in misura maggiore del periodo Covid e non hanno potuto recuperare del tutto, nonostante il loro impegno. Qualcuno poi si è un po’ adagiato alla situazione che si era venuta a creare, piuttosto che reagire con piglio».
«Ritengo che i ragazzi siano in questo momento storico molto pronti su ciò che è logico e scientifico, ma hanno rallentato la loro cultura letteraria e la voglia di scrivere - è il pensiero di Cristina Curioni, dirigente del comprensivo paritario Sant’Ambrogio- Abituati a essere sollecitati da una formazione gestita da internet, hanno abbandonato un po’ la voglia di raccontarsi e di riflettere su ciò che non è immediato ma si presenta mediato e riflessivo. Leggono molto poco. Ecco perché a volte è difficile scavare nella loro preparazione e quindi agli orali degli esami non riescono a confermare i voti con cui vengono presentati».
(foto di copertina - archivio)