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L'Albero della vita d'artista per Avis per promuovere il dono

L'opera di Joe Palla per abbellire la nuova sede di Monza rinnovata in via Marsala

L'Albero della vita d'artista per Avis per promuovere il dono
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Un simbolico albero della vita è l’opera dello street artist Joe Palla  che è andata ad abbellire la rinnovata sede dell’associazione Avis in via Marsala a Monza.

L'opera dentro alla sede di Avis

In primo piano c’è un albero multicolore, alla cui base c’è un cuore. L’albero con i suoi rami ricorda un braccio con una mano. Dal cuore partono tante radici che vanno ad alimentare un bosco. Dietro al bosco si intravedono il duomo e il municipio di piazza Trento e Trieste. A fare da sfondo le Grigne e il Resegone. Nella cornice si ritrovano la Corona Ferrea e rami di quercia e di ulivo tenuti insieme da un fiocco tricolore.
Sono gli elementi del grande pannello decorativo (3 metri e 60 centimetri di altezza per 2 e 10 di larghezza) che lo street artist Joe Palla (al secolo Umberto Voci) ha terminato di realizzare, nei giorni di Ferragosto, nel locali della sede dell’Avis di via Marsala, rimessa a nuovo (si veda il box a fianco).
Voci ha vinto il bando emesso dall’Avis monzese che chiedeva che nell’opera figurassero insieme i temi della donazione, Monza e l’ambiente. Descrive così l’opera: «L’albero, che ricorda nella sua struttura l’Albero della vita raffigurato da moltissimi artisti, raffigura la donazione, rimandando a un braccio la cui mano dà vita ai rami. Il cuore alla base alimenta attraverso le radici/vene gli alberi del parco e genera quindi Monza coi suoi due luoghi istituzionali. Il tutto nel contesto brianzolo con le nostre montagne e fare da sfondo».

La scelta dell'artista

Cinquantun anni, monzese d’adozione da tantissimi anni, Joe Palla sottolinea di essere lui stesso donatore di sangue: «Per questo sono ancor più contento di aver vinto questo bando, all’insegna della gratuità (l’Avis ci mette il materiale, io l’opera). Voglio contribuire a diffondere l’idea della donazione di sangue».
Le grandi dimensioni dell’opera non lo hanno certo spaventato, lui che proviene dalla scenografia con esperienze anche nei mondi della moda, della pubblicità e dei cartoni animati: «Nel mio lavoro mi ispiro alla pop art di Roy Lichtenstein e a Giotto. Arrivo dal mondo della decorazione con acrilico ma so dipingere in tutti i modi. Lavoro principalmente sulla linea e sul colore. Un tempo lavoravo sui colori reali, ora prediligo lavorare sui colori a contrasto, sfruttando il maggior impatto che dà il colore pieno. Con il tratto poi costruisco la prospettiva. In ogni mia opera inserisco almeno 26 colori diversi. La cornice secondo me è un elemento decorativo dell’opera stessa: per questo, in questo caso, vi ho riportato dei simboli dello stemma della città di Monza».

La sua idea di città

E proprio l’estetica della città è tra i temi a cuore di Joe Palla: «Monza purtroppo è piena di graffiti, che per me sono quasi tutti dei pasticci e basta. Ho cominciato a fare murales abusivamente, lo ammetto. Poi però mi sono reso conto che potevano contribuire a copre i graffiti e a rendere la città più ordinata. Così col tempo ho realizzato murales al punt de la Mariotta, al Binario Sette, in via Bergamo e in via Savonarola (in quest’ultimo caso il soggetto è la Genesi). Tutti a mie spese e con il consenso dei proprietari dei muri». Nessuna contestazione? «No, anzi, spesso sono stato incoraggiato dai passanti, che non ne potevano più di vedere sgorbi sui muri. Una volta, si ferma una pattuglia. Pensavo volessero farmi una multa. Invece volevano solo guardare e mi hanno anche loro incoraggiato».

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