Caponago

«Un angolo di guerra in paese», è polemica sulle armi a pallini

Lo stand di «softair» scatena la diatriba politica tra opposizione e maggioranza

«Un angolo di guerra in paese», è polemica sulle armi a pallini
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«Un angolo di Caponago si è travestito da zona di guerra». E’ polemica per la presenza, durante la festa del paese dell’ultimo fine settimana, di uno stand che ha messo in mostra attrezzature e armi a pallini per la pratica del «softair».

«Un angolo di guerra in paese», è polemica sulle armi a pallini

Per chi non lo conoscesse, si tratta di uno sport di squadra basato sulla simulazione di azioni militari che prevede l'uso di equipaggiamento simile a quello usato dagli eserciti. Armamenti (del tutto finti ovviamente) che sono stati messi a disposizione dei presenti, adulti e bambini, per dimostrazioni e prove di tiro. Un’idea che però non è piaciuta alla lista di opposizione «Rinnovamento» dell’ex sindaco Monica Buzzini, che ha criticato l’opportunità di riportare uno scenario di guerra in paese in questo particolare momento storico.

«Come molti cittadini avranno notato ieri, domenica, durante la festa del paese, un angolo di Caponago si è travestito da zona di guerra, con repliche di armi in bella mostra e possibilità di sparare per adulti e bambini - recita il comunicato diffuso dalla civica - Ogni cittadino ha la sua opinione rispetto a queste tematiche ma questa decisione ci lascia davvero perplessi. Lasciare la possibilità di esporre e usare armi, seppur come attività ricreativa, è aberrante e fuori luogo per la festa del paese, soprattutto in un periodo dove si moltiplicano guerre, conflitti, stragi e sparatorie, anche da parte di ragazzi giovanissimi».

Poi ancora una frecciata nei confronti dell’Amministrazione comunale, che nei primi mesi di attività aveva anche tolto la bandiera della Pace dalla facciata del Municipio:

«Evidentemente la nostra attuale Amministrazione ritiene che per richiamare i valori della nostra Costituzione (articolo 11 - L'Italia ripudia la guerra...) non va bene la bandiera della Pace, ma siano più adeguate pistole, lanciamissili e fucili d'assalto».

La replica del sindaco

La replica del sindaco Mauro Pollastri non si è fatta attendere:

«L’associazione non fa assolutamente nulla di illegale e di certo non avremmo potuto impedirle di partecipare per presentare le loro attività visto che il nostro è un Paese in cui la libertà è un diritto inalienabile - ha risposto il primo cittadino - In più mi è stato riferito che già in passato aveva partecipato a manifestazioni pubbliche di questo genere, invitata dall’allora Amministrazione comunale. Quindi non capisco proprio il senso delle polemiche, anzi resto un po’ basito dal livello e dai contenuti degli interventi dell’opposizione. Anche sul discorso della bandiera della Pace siamo stati accusati.

Per legge le bandiere da esporre sono quella italiana, europea e della Regione Lombardia. Come Amministrazione crediamo ovviamente nei valori della pace, della fratellanza, della libertà, della solidarietà ed in tantissimi altri. Ciascuno di questi meriterebbe una bandiera. Pensiamo, però, che la bandiera che meglio ci rappresenti sia quella della nostra Nazione, la quale richiama tutti questi valori positivi che contraddistinguono tutto il nostro popolo e sono contenuti nella Costituzione, proprio nell’articolo 11».

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