Estate missionaria in Thailandia, tra i bimbi e nelle baraccopoli
La testimonianza di Davide Spagnolo che ha avuto un’esperienza molto speciale di volontariato coi Saveriani
Comodi al mare a godersi sole e mare? Rilassanti passeggiate in montagna rifocillandosi poi di mille e più prelibatezze, o i suggestivi paesaggi del lago, magari accompagnati da tonificanti trattamenti in centri termali. No, le vacanze possono essere anche decisamente diverse e se protagonista è un giovane il messaggio è particolarmente significativo. Specie ai giorni nostri.
Estate missionaria in Thailandia, tra i bimbi e nelle baraccopoli
E’ la storia di Davide Spagnolo, 27 anni, impiegato al controllo industriale di un’azienda leader in Italia nel settore alimentare. Questa estate la sua vacanza è stata un’esperienza missionaria con i Saveriani in Thailandia, dal 19 al 28 agosto, ad aiutare in tre zone del Paese del sud est asiatico anziani, malati, fragili e bambini.
«Avevo già fatto un’esperienza simile di volontariato lo scorso anno in Africa, in Congo, con due amici, sempre con i Saveriani – racconta orgoglioso il giovane – In quella occasione sono rimasto in quei posti due settimane, mi è piaciuto molto; è stata una prova che mi ha arricchito tantissimo umanamente e così ho deciso di dare ancora un piccolo contributo».
La novità è stata però ripetere l’esperienza, ma con un gruppo di persone che inizialmente Davide non aveva mai visto prima: «Le ho conosciute un mese e mezzo prima della partenza, a Parma. Una sorta di preparazione sia mentale, sia su quanto avremmo poi fatto in Thailandia, riguardo i compiti che avrebbero interessato ciascuno di noi».
Il gruppo è stato destinato a tre realtà: Bangkok, la capitale, poi quella che viene chiamato Km48, ovvero i chilometri che separano questo centro abitato da Mae Sot, infine a Umphang.
«Nella capitale abbiamo visitato le baraccopoli, persone fragili, malati e poveri – racconta ancora Davide – Stavamo con loro, gli facevamo compagnia, anche attraverso l'aiuto di interpreti e consegnavamo loro generi alimentari. Nelle altre due realtà abbiamo svolto molte attività con i bambini: ludiche e ricreative, oltre a lezioni d’inglese ai bimbi delle elementari. Nel resto della giornata avevamo invece “base” nelle parrocchie e nei centri dei missionari».
Rientrato in Brianza, la «fotografia» più bella è proprio quella che gli hanno lasciato nel cuore i bambini:
«Sono molto contento, ti lasciano sempre qualcosa qualcosa e, soprattutto, stare con loro in quelle situazioni mi ha fatto capire come qui spesso ci lamentiamo per cose di non molta importanza. E’ bello interagire con i più piccoli, ma mi resterà anche il ricordo indelebile della conoscenza e amicizia con gli altri volontari».
Del resto, per Davide a Desio la Casa dei missionari Saveriani è sempre stata un punto di riferimento: «Fin da giovanissimo ho partecipato alle loro attività, sono particolarmente legato a padre Manuel che da poco è tornato proprio in Congo». Intanto, è già tempo di pensare alla prossima estate sempre in chiave missionaria. «L’idea è di andare in Sudamerica o Perù, deciderò all’inizio del nuovo anno».