Sanvito & Somaschini: 23 i lavoratori a rischio
Chiuso il sito di Carate, si lavora solo a Renate
Un futuro a tinte fosche per altri ventitré lavoratori. Sono quelli dell’ex «Sanvito & Somaschini», azienda attiva dal 1968 e leader nel settore della costruzione stampi termoplastici e termoindurenti per la realizzazione di particolari plastici impiegati nel settore automotive, attualmente in liquidazione giudiziale.
Sanvito & Somaschini: 23 i lavoratori a rischio
Delle due sedi operative - in via Del Valà a Carate Brianza e in via Petrarca a Renate - oggi risulta ancora in attività solo la seconda, dove sono state concentrate tutte le forze lavoro: settantacinque dipendenti.
Per ventitré di loro, però, è stata aperta la cassa integrazione straordinaria che, fondi stanziati dal Governo permettendo, dovrebbe durare un anno, al termine della quale prenderà il via la procedura di licenziamento collettivo.
Il motivo si annida nel crollo del mercato dell’auto con le conseguenti ripercussioni sull’indotto automotive. Lo scorso febbraio la «Sanvito&Somaschini», presieduta da Alberto Sanvito, aveva concluso un contratto d’affitto temporaneo dell’intero ramo d’azienda, scaduto il 31 luglio, con la «S&S srl» nuova società del gruppo «Imr» controllato dalla famiglia Galmarini. Accordo che conteneva l’impegno di partecipare all’asta dell’azienda stessa offrendo un minimo di 8 milioni di euro. Con la crisi del settore, però, le condizioni sono cambiate e la «S&S srl» «ha comunicato l’intenzione di acquisire solo il sito di Renate», come spiegato da Claudio Rendina, segretario Fiom Cgil Brianza, che sta seguendo la vicenda. Un cambio di rotta che ha messo inizialmente in bilico cinquanta posti di lavoro, scesi poi a ventitré.
«Consci di un mercato in difficoltà, ci saremmo comunque aspettati dalla nuova società uno sforzo in più», ha puntualizzato Rendina.
Le strade delle due sedi si sono quindi separate. Il capannone di via del Valà 21 ha cessato l’attività, è definitivamente chiuso e andrà all’asta il 4 ottobre. 2 milioni e 858 mila euro l’offerta base con rilancio minimo di 80 mila euro per il compendio con superficie commerciale pari a 5 mila metri quadri. Quella di Renate seguirà la stessa strada a stretto giro: la vendita dovrebbe concludersi con l’acquisto da parte di «S&S srl» ma, essendo un’asta pubblica, non è escluso - seppur resti ipotesi remota vista la mancanza di ulteriori manifestazioni d’interesse - che si facciano avanti altri acquirenti.