Il caso

Usmate Velate: ricorso respinto, la solidarietà della Curia alle famiglie rimaste senza casa

I sacerdoti della Comunità pastorale: "Ci appelliamo alle autorità competenti, perché tentino di trovare una soluzione che difenda i diritti di queste persone"

Usmate Velate: ricorso respinto, la solidarietà della Curia alle famiglie rimaste senza casa
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Continua a tenere banco il caso della presunta corruzione in Comune a Usmate Velate. Nelle scorse ore anche la Curia locale ha preso posizione, esprimendo solidarietà alle famiglie rimaste senza casa dopo che il Tribunale del Riesame ha respinto il ricorso contro il dissequestro dei terreni in via Manara.

La solidarietà della Curia alle famiglie rimaste senza casa

Una situazione drammatica per le famiglie che, in queste settimane, avrebbero dovuto prendere in consegna le abitazioni per le quali erano anche state versate ingenti somme di denaro. Vite sospese, al fianco delle quali si sono schierati anche i sacerdoti della Comunità pastorale "Madonna del Carmine". Al termine delle messe del fine settimana, infatti, i sacerdoti hanno voluto leggere dall’ambone un messaggio di vicinanza e solidarietà alle numerose famiglie coinvolte nella vicenda, assicurando loro almeno la preghiera:

"Ci è sembrato importante, come preti della comunità, dire una parola su questa situazione - hanno sottolineato i sacerdoti di Velate, Usmate e Carnate - Ci sentiamo vicini alle ventiquattro famiglie che sono rimaste senza casa da un momento all’altro. Avere un’abitazione è considerato un diritto inalienabile. Quindi ci appelliamo alle autorità competenti, perché ancora tentino di trovare una soluzione che difenda i diritti di queste famiglie che in questo momento sono i nostri poveri. Infine chiediamo alle nostre comunità di restare vicino a queste famiglie assicurando loro almeno la nostra preghiera".

Acquirenti ancora beffati

Come detto, dunque, nessun lieto fine per gli acquirenti del residence "Verde Manara", terreno finito al centro dell'inchiesta per presunta corruzione, progettato dallo studio di Alberto Riva, costruttore di Vimercate agli arresti domiciliari per presunti favori urbanistici con l'ex funzionario comunale Antonio Colombo. La decisione era arrivata lo scorso lunedì 9 settembre dai giudici del Tribunale del riesame di Monza, al quale si erano rivolti alcuni soci dell’immobiliarista di Vimercate. I giudici si sono presi 45 giorni per motivare la sentenza. Ai ricorrenti resta la possibilità di proporre ulteriore impugnazione davanti alla Corte di Cassazione.

Bonus al dipendente indagato... anzi no

Quantomeno curiosa, invece, la situazione che riguarda l’ormai ex responsabile dell’Ufficio tecnico, Antonio Colombo, a cui è stato congelato il premio legato alla produttività del 2023. Un bonus in denaro che, come vuole la Legge, viene riconosciuto ai capi area del Comune al raggiungimento di determinati obiettivi annuali. In totale si parla di un premio di circa 3.100 euro che sarebbe spettato anche a Colombo appunto, ormai ex responsabile dell’Ufficio tecnico, finito in galera e poi ai domiciliari nel noto caso legato alla presunta corruzione in cui a oggi risulta coinvolto come indagato. Il bonus è stato "congelato", con la somma che verrà inserita nell’avanzo di amministrazione in attesa di eventuali sviluppi sul piano giudiziario.

Non solo, perché la somma è stata ripartita anche con gli altri responsabili che nel corso del 2023 hanno ricoperto la medesima mansione. Questo perché Colombo è rimasto in capo all’Ufficio tecnico sino alla notifica dell’avviso di garanzia e la successiva rimozione dall’incarico conseguente all’avvio dell’inchiesta (giugno dello scorso anno) prima della decisione di licenziarsi maturata qualche mese dopo.

Botta e risposta

La questione ha scaldato gli animi della politica, con il centrodestra che ha contestato l'assegnazione del bonus:

"Appurato che la quota al dipendente Colombo non verrà liquidata ma verrà accantonata nell’avanzo di amministrazione, probabilmente in attesa di giudizio definitivo, la gravità che si riscontra è proprio sulla valutazione della performance di quest’ultimo, a nostro parere inadeguata, alla luce delle indagini giudiziarie a suo carico e per lo svilimento che questo decreto consegue del ruolo ricoperto dagli altri responsabili dei settori, i quali si ritrovano con una valutazione professionale identica a chi avrebbe lavorato arrecando, secondo le indagini, un probabile grave danno erariale all’ente e determinando addirittura un sequestro giudiziario, lasciando 24 famiglie acquirenti senza abitazione"
La replica dell'Amministrazione comunale non si è fatta attendere:
"Nonostante nel decreto in questione sia spiegato in modo chiaro l’iter di valutazione dei dipendenti con responsabilità di servizio, l’opposizione opera un taglia e cuci del testo con il solo fine di sfruttare politicamente le vicende di cronaca. Come riportato nel Decreto, il segretario comunale valuta i responsabili titolari di posizione organizzativa e tale giudizio viene verificato da un organismo indipendente monocratico. Per completezza di informazione: al sindaco spetta la sola valutazione del Segretario, al Segretario la valutazione dei responsabili, ai responsabili la valutazione dei dipendenti. Quindi non c’è nessun premio da parte del sindaco come scritto in modo errato dall’opposizione, perché al sindaco non spetta la valutazione dei responsabili"
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