Classi itineranti

Ad Arcore una scuola media... a stelle e strisce

Alla "Stoppani" è stato adottato il metodo delle classi itineranti: al cambio dell’ora non è il docente che si sposta ma i ragazzi. La soddisfazione della preside Marta Chioffi

Ad Arcore una scuola media... a stelle e strisce
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Ore 9. La lezione di matematica è terminata. Suona la campanella della seconda ora, ma sembra l’ultima. Il professore esce ma anche gli studenti prendono i libri e la cartella e se ne vanno dall’aula. Non per prendere la via d’uscita, ma per raggiungere l’aula "Piccadilly", ormai riconosciuta come l’aula di inglese, dove il professore è già in cattedra pronto per la lezione.

"Stoppani" all'americana

Non siamo negli Stati Uniti, dove questo metodo è entrato ormai a far parte della quotidianità di molte scuole, ma alla media «Stoppani» di Arcore dove la dirigente Marta Chioffi ha deciso di avviare questa sperimentazione anche per i suoi studenti. Li ha resi tutti più nomadi ma anche più attenti, maggiormente predisposti ad ascoltare gli insegnanti, riuscendo a scardinare un metodo di insegnamento (quello delle classi fisse) durato per decenni.

Le classi itineranti

L’idea delle classi itineranti, presa in considerazione da molte scuole anche in Europa, ha l’intuizione di captare la necessità dei ragazzi ovvero quella di mettersi in movimento, di non essere vincolati ad un banco, ad uno spazio. In questo modo, inoltre, ogni insegnante ha un luogo dedicato dove può adattare l’aula in base alle proprie esigenze didattiche. Una vera rivoluzione per Arcore, messa in campo grazie alla stretta collaborazione tra la scuola e l’Amministrazione comunale.
Il progetto è partito ufficialmente in questi giorni, con soddisfazione di alunni, docenti e genitori (un po’ meno dei collaboratori scolastici che devono girare con la mappa della scuola tra le mani per capire dove si trovino le varie classi), prevede che ad ogni suono della campanella gli studenti (non più i professori) si spostino, cercando l’aula giusta per seguire italiano, matematica, scienze, francese, musica, educazione tecnica e artistica.

La scorsa settimana la nostra redazione ha potuto toccare con mano questa rivoluzione. Una scuola datata nel tempo che, però, ha saputo rinnovarsi. Lunghi corridoi colorati e divisi per discipline, aule didattiche tutte quante ribattezzate con un nome specifico legato alla materia di insegnamento. Vincent Van Gogh per Arte, Tesla e Brunelleschi per Tecnica, Giuseppe Verdi ed Ennio Morricone per Musica. E così via...

"Anche gli spazi educano"

"Gli spazi educano e aiutano gli studenti ad entrare nella disciplina che viene insegnata - ha spiegato la dirigente Chioffi soddisfatta - Volevamo un cambiamento nella didattica e ora c’è: gli alunni vanno a lezione dove c’è il professore ed entrando in classe i ragazzi “entrano” nella disciplina che viene insegnata. Tutto, dagli orari agli spazi, dalle attrezzature, al modo con cui si dispongono i banchi è pensato per facilitare gli apprendimenti. Abbiamo iniziato con questa nuova didattica che si svilupperà anche per i prossimi anni. Per esempio abbiamo due aule di arte uguali ma non è detto che negli anni possano differenziarsi".

Stoppani suddivisa in colori

La scelta di Chioffi aiuta i ragazzi anche a prendere consuetudine con i modelli d’insegnamento degli ordini superiori di scuola. La "Stoppani" ora è suddivisa per colori: blu per la matematica, giallo l’ambito linguistico, il verde le lingue. E ci sono anche gli armadietti all’americana dove ogni studente può depositare i propri libri e lo zaino. Una rivoluzione degli spazi, dicevamo, resa possibile grazie ai fondi messi a disposizione dall’Amministrazione comunale guidata da Maurizio Bono e a quelli ottenuti grazie al Pnrr.

Il grazie della preside Chioffi

"Ringrazio l’Amministrazione comunale che ha condiviso questa visione decidendo di investire per la scuola e anche i genitori che hanno dato diversi contributi economici", ha concluso Chioffi.
Proprio sotto questo aspetto, ricordiamo, scuola e Comune nei mesi scorsi hanno siglato un patto per il quale sarà lo stesso istituto comprensivo a farsi carico dei lavori di minore entità grazie ad un budget messo a disposizione direttamente dall’Amministrazione comunale. Una rivoluzione, anche in questo caso, di non poco conto che sveltisce in maniera determinante le manutenzioni di piccolo cabotaggio.

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