Biassono

Le mummie del Sudamerica scoperte da un brianzolo?

Grazie a una nuova spedizione di ricerca del giornalista Alberto Caspani, gli scavi dell’esploratore ottocentesco Gaetano Osculati riaprono un capitolo fondamentale nella storia del Sudamerica e dell’Unesco.

Le mummie del Sudamerica scoperte da un brianzolo?
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La recente spedizione di Alberto Caspani, giornalista e ricercatore di Biassono, ha portato alla scoperta di importati novità inerenti la storia delle mummie Chinchorro, riconosciute Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco nel 2021, riaprendo, di fatto, un caso archeologico in Sudamerica.

Il mistero delle mummie del Sudamerica

Conclusa a metà settembre una spedizione di ricerca fra Cile, Bolivia e Perù, col supporto dell’Istituto Italiano di Cultura di Santiago e del Console onorario di Arica, il biassonese Alberto Caspani aggiunge un nuovo capitolo all’avventurosa storia di Gaetano Osculati: l’esploratore concittadino che, nel 1836, realizzò i primi scavi archeologici sul lido Huaca di Arica, nel Cile del Nord, portando alla luce alcune mummie ad oggi sconosciute sia alla locale Università di Tarapacá, sia al Museo di San Miguel de Azapa, il più importante sito di conservazione e studio della misteriosa cultura Chinchorro.

La missione di Alberto Caspani in Sudamerica

“Dopo aver recuperato per intero il testo originale dell’esploratore ‘Note di un viaggio di G.O. nell’America Meridionale negli anni 1834, 1835 e 1836’ - spiega Caspani, giornalista e già curatore dell’opera “Viaggio in Amazzonia” di Gaetano Osculati (Luni Editrice, 2018) - alcuni dettagli della descrizione degli scavi mi hanno spinto a rimettere in discussione la ricostruzione ufficiale della scoperta delle mummie, ufficialmente attribuita all’archeologo tedesco Max Uhle quasi un secolo più tardi, fra il 1914 e il 1917. Grazie alla segnalazione pervenutami lo scorso autunno da una ricercatrice cilena della Pontificia Università Cattolica di Valparaiso, Andrea Hermans Zuniga, è emerso che l’esploratore brianzolo venne nominato direttore del Museo di Storia Naturale di Santiago nel 1846 in virtù dei suoi precedenti studi in Sudamerica; essendo però in procinto di partire proprio quell’anno per il viaggio che lo avrebbe portato alla scoperta delle fonti del Rio Napo in Amazzonia, Osculati non ebbe modo di sapere del nuovo incarico”.

La storia si tinge di giallo

Da questo momento in poi la storia si tinge di giallo. Lo stesso incarico venne infatti offerto nel 1911 all’archeologo tedesco Max Uhle, che per quattro anni ebbe modo di studiare reperti e fonti legate al museo di Santiago (città nella quale Osculati si era trattenuto per cinque mesi), risolvendosi infine a scavare ad Arica: con gran clamore internazionale, sulla spiaggia in prossimità del Morro (il rilievo a strapiombo simbolo della città al confine col Perù, chiamato ‘Moro’ da Osculati) furono quindi identificate le prime mummie Chinchorro. Reperti risalenti a quasi 8mila anni fa.

“La testimonianza dell’esploratore italiano è un contributo tanto inaspettato quanto illuminante - ha commentato Mariela Santos Varela, curatrice del Museo di San Miguel de Azapa in Cile - perché spinge il nostro sguardo ancor più in profondità nella storia della scoperta delle mummie Chinchorro, ma al tempo stesso ne problematizza la ricostruzione: i reperti riesumati da Osculati paiono più tardi del periodo classico di manipolazione dei corpi, ma sia il luogo del ritrovamento descritto che i corredi delle mummie elencati lasciano supporre una continuità culturale sino ad oggi esclusa”.

L'importanza della ricerca di Caspani

L’esploratore brianzolo potrebbe aver scoperto quell’anello di giunzione fra la tarda cultura Chinchorro e il periodo proto-Tiwanaku, in virtù del quale gli studi odierni stanno riscrivendo le origini dell’uomo nel continente.

“Supporteremo le istituzioni cilene nello studio delle Note di Osculati - ha confermato Antonio Marcelo Martino Quezada, console onorario italiano di Arica - ma faremo in modo di promuoverne la lettura anche presso la Casa degli Italiani di Arica e di Tacna in Perù, dal momento che gettano nuova luce pure sul processo migratorio italiano in quest’area del Sudamerica. È entusiasmante aver scoperto negli archivi locali un intero filone di emigranti Osculati, approdati sulle coste peruviane e cilene solo alcuni anni dopo la visita dell’esploratore, nonché provenienti dalle sue stesse zone in Italia. La ricerca di Alberto Caspani rappresenta un contributo estremamente prezioso sia per noi discendenti italiani, sia per la storia sudamericana”.

Nel 2018 la missione in Ecuador

Dopo la “Missione Osculati” in Ecuador del 2018, grazie alla quale il giornalista di Biassono aveva raccolto ulteriori testimonianze sull’area amazzonica in collaborazione col Museo Macco di Coca e col patrocinio di Regione Lombardia, ora l’Istituto di Cultura d’Oriente e d’Occidente di Milano ha proposto di sviluppare il nuovo capitolo della storia di Osculati in un prossimo progetto editoriale.

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Il servizio sarà pubblicato anche sul Giornale di Carate in edicola da martedì 24 settembre 2024.

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