Personaggio

Addio a Picheca, l'uomo che scriveva con gli occhi

E' morto a 69 anni il testimonial di Slancio, scrittore e amico di penna della Cucinotta

Addio a Picheca, l'uomo che scriveva con gli occhi
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Ha combattuto 18 anni contro la Sla, ma seppure costretto in un letto, non è mai rimasto davvero "immobile". E' morto a 69 anni Luigi Picheca di Monza, testimonial e volto di Slancio che con la sua storia è finito anche in Tv.

Picheca, un esempio per  Slancio

Gli ultimi 18 anni della sua vita Picheca li ha trascorsi combattendo contro la Sla in un letto della struttura Slancio della Residenza San Pietro (ci risiede dal 2008, l’anno dopo aver ricevuto la diagnosi), di cui è diventato un simbolo per la sua forza e la resilienza.
Aveva 69 anni Picheca, monzese originario di San Fruttuoso, ed è stato quasi un miracolo che sia riuscito a vivere così tanto dalla impietosa diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica. «Forse il segno del suo coraggio, della grande voglia di vivere che ha sempre avuto e non ha mai perso nemmeno nei momenti più difficili - ricorda oggi con commozione Roberto Mauri, presidente della Cooperativa La Meridiana - Per me è stato un maestro di vita, ammiravo come riusciva ogni giorno ad alzarsi e a dare un senso alla sua esistenza, anche nella fatica della malattia. Ha saputo più di tutti portare un messaggio di speranza».
L’ultimo saluto a Picheca, sarà domani, sabato 5 ottobre 2024 alle 10,  all’interno della Residenza San Pietro di viale Elvezia cui era diventato negli anni uno di famiglia.

Fu amico della Cucinotta

Il suo «sole» interiore non aveva conquistato solo il personale della Cooperativa Meridiana, ma anche tanti personaggi famosi che gli hanno fatto visita negli anni, come Maria Grazia Cucinotta, che è stata sua amica di penna e che è andata a trovarlo, colpita dalla profondità delle sue parole.
Picheca è stato il volto della campagna di raccolta fondi per la costruzione della struttura che ospita i malati vegetativi (oggi sono una quindicina le persone con la Sla) ed è anche uno dei protagonisti del docufilm Rai «Con un battito di ciglia» che racconta senza pietismo la vita di quattro ospiti della San Pietro (si può vederlo su Rai Play).
Tutto il suo mondo «brillava» grazie alla lavagnetta Etran che gli ha permesso di tradurre in parole le lettere che lui fissava con gli occhi e di scrivere anche email e articoli con uno speciale computer che faceva la stessa cosa, cioé riproducendo sullo schermo le lettere che lui osservava sulla tastiera.
La tecnologia lo ha permesso, ma Luigi ha trovato la forza di farlo e non si è mai fermato. È diventato giornalista pubblicista e ha festeggiato quel tesserino conquistato con fatica.

La rivista e il libro

Poi, assieme a Claudio Messa (anche lui mancato quest’anno) e a Pippo Musso, il più tecnologico del gruppo, ha portato avanti la rivista «Scriveresistere», ogni anno con loro ha promosso il Premio Slancio, un vero e proprio concorso letterario e alle stampe ha dato anche un libro, «Orizzonti imprevisti» che affronta il tema del cambiamento. In tempo di Covid, quando tutti erano costretti a casa, ha saputo essere di ispirazione con queste parole che danno il senso di chi era Luigi: «Noi da sempre siamo in casa. Bisogna reagire stando fermi. La miglior cura per contrastare la noia è il lavoro manuale e creativo, datevi da fare».
Come ha fatto lui. Picheca, una moglie e due figli, Federica e Valerio, si è sempre definito «fortunato» anche nella malattia per i momenti positivi che custodiva nel suo cuore.
La sua vicenda è di quelle che toccano le corde dell’anima. Per come quell’uomo sempre dinamico, appassionato di montagna, ex volontario di Protezione civile, ha affrontato una diagnosi terribile per 18 anni a testa alta. E senza dimenticare un po’ di sana ironia, soprattutto calcistica (era tifosissimo della Juve). Conclude Mauri: «Negli ultimi tempi il corpo ha ceduto, era arrivato il momento. So che Luigi è andato a stare meglio, ma a noi mancherà la sua grinta».

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