Bernareggio

Taglio del nastro per la sede della "Millemani": l'inclusione ora ha una nuova casa

Lo stabilimento è stato allestito in via dell'Artigianato: "Grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo progetto"

Taglio del nastro per la sede della "Millemani": l'inclusione ora ha una nuova casa
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L’inclusione e la solidarietà hanno una nuova casa. Taglio del nastro per la sede della cooperativa "Millemani" di Bernareggio, che dallo scorso giovedì ha ufficialmente aperto i battenti in via dell’Artigianato, all’interno di un grande capannone. Qui riprenderanno, con rinnovato entusiasmo, le numerose attività della realtà sociale che attualmente fornisce lavoro a oltre 50 persone con disabilità psicofisica.

Taglio del nastro per la sede della "Millemani"

A battezzare lo stabilimento, il direttivo della cooperativa, guidato presidente Raffaele Sperati e dalla direttrice Luana Serrani, il consigliere di "Offerta Sociale" Giancarlo Malacrida e dal volontario di lunghissima data, nonché fondatore del sodalizio, Enzo Baio. Poi, dopo la benedizione del parroco don Stefano Strada che ha ricordato come "qui non c’è solo lavoro, ma anche attenzione e cura verso le persone", i discorsi di ringraziamento:

"La vostra presenza qui oggi è per noi motivo di grande soddisfazione - ha sottolineato Sperati - Perché non siamo qui per una celebrazione, ma per esprimere la nostra gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile il nostro percorso fino a questo momento. Grazie ai nostri partner commerciali, senza i quali non saremmo arrivati a questo punto: parliamo di aziende che hanno creduto in noi non solo per le competenze professionali, ma anche per il loro autentico impegno verso la responsabilità sociale".

Dalle origini alle nuove sfide

Il presidente ha poi ripercorso la storia della "Millemani", nata nel 1991 con la finalità di inserire nel mondo del lavoro persone con disabilità, emarginate o in situazione di svantaggio sociale. L’incendio del 2001 che distrusse la storica sede, la ripartenza, la crisi finanziaria del 2010, la pandemia Covid e l’inflazione degli ultimi anni dovuta ai conflitti mondiali. Ma anche le soddisfazioni, le gioie, le speranze e i progetti. Che potranno trovare compimento proprio nella nuova sede.

"Nonostante tutto siamo qui, in questo nuovo spazio di lavoro, più moderno e sicuro, pronti a rilanciare le nostre attività - ha proseguito il presidente - Non vi nascondiamo che questo progetto è stato impegnativo da tutti i punti di vista. Il vostro supporto è fondamentale perché il vostro passaparola è uno strumento prezioso per abbattere le barriere che ancora esistono nel mondo del lavoro".

L'inclusione ora ha una nova casa

Diverse, come detto, le attività manuali svolte all’interno del nuovo capannone da oltre 50 persone fragili e da un buon numero di volontari. A cui, da poco, si sono aggiunte anche quelle digitali grazie alla realizzazione di postazioni informatiche all’avanguardia, seguendo dunque quelle sono le nuove esigenze delle aziende partner del progetto di inclusione sociale e lavorativa.

"Oggi qui vengono accolte persone che vedono concretizzata la propria vita professionale - ha aggiunto la direttrice Serrani - Servono davvero “mille mani” per portare avanti questo progetto e senza queste persone tutto ciò non sarebbe possibile. Le difficoltà ci sono state e ci saranno, ma vedervi qui oggi mi rincuora, perché abbiamo la consapevolezza che “Millemani” non è e non sarà mai sola nell’accettare e affrontare nuove sfide".

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