Luisa e Giulio, un amore che dura da 70 anni
La coppia ha festeggiato lo straordinario anniversario di nozze nella Rsa di Bernareggio
«Il segreto di un matrimonio così duraturo? Dare sempre ragione alla moglie», dice lui, arzillo nonnino che il prossimo novembre spegnerà 92 candeline, con sorriso malizioso.
«Ma se hai sempre fatto quello che hai voluto», rimanda lei, che di primavere ne ha appena passate 89, mentre con altrettanta ironia redarguisce il marito.
Luisa e Giulio, un amore che dura da 70 anni
Del resto l’amore non è bello se non è litigarello, recita l’antico adagio. E lo sanno bene i protagonisti di questa meravigliosa storia, d’amore e di rispetto reciproco, che dura da ben 70 anni. Già, perché lo scorso mercoledì 9 ottobre Giulio Cesare Pagani e Luisa De Marco hanno celebrato le loro nozze di titanio. Una cerimonia sobria, con i parenti più stretti e una scatola di cioccolatini condivisa con gli ospiti della Rsa «Machiavelli», dove i coniugi sono ospiti da poco meno di un anno.
Alla festa, però, ci siamo stati anche noi, curiosi di conoscere il vissuto di due anziani che paiono ancora degli sposi novelli. Ma anche per cercare di capire e carpire il segreto della straordinaria longevità di un amore che sembra uscito direttamente dalle pagine di un libro.
A questo punto, però, occorre necessariamente fare un passo indietro. Anzi due. Siamo nel 1950 e Giulio, seguendo le orme di tanti italiani, lascia la piccola Viadana (provincia di Mantova) per imbarcarsi insieme ai genitori verso una nuova terra. L’Argentina è la meta finale e Buenos Aires diventa la casa della famiglia Pagani. Appena 18enne, il giovane non solo trova lavoro come tornitore, ma anche l’amore di una giovane connazionale, Luisa appunto, i cui genitori avevano preso la stessa decisione di cercare fortuna oltre oceano una decina di anni prima: «Ci siamo conosciuti a casa di amici italiani delle nostre famiglie - spiegano quasi all’unisono, inserendo l’uno qualche particolare nel racconto dell’altro - Ci siamo piaciuti praticamente subito e dopo non molto tempo abbiamo deciso di sposarci».
Il matrimonio
Giulio ha 21 anni e Luisa 19 quando il 9 ottobre del 1954 si scambiano promessa d’amore eterno all’altare della chiesa di Nuestra Senora de Fatima, Buenos Aires. Nel giro di qualche tempo, dal loro matrimonio nascono anche due figli, Ester e Claudio. Ma la loro vita in Argentina dura poche stagioni ancora, perché il richiamo delle radici è troppo forte: «Nel 1960, in occasione delle Olimpiadi di Roma, trovammo un’ottima offerta di viaggio per tornare in Italia e la prendemmo al volo - prosegue lui - Una volta arrivati andammo quasi subito a Milano».
Ed è qui che scatta il secondo colpo di fulmine per Luisa:
«Mi sono innamorata subito della città, non volevo più andare via», ammette. E infatti i Pagani decidono di rimanere. Per sempre. La famiglia intanto si allarga con l’arrivo della figlia più giovane, Susanna (scomparsa a soli 53 anni), ma anche con l’apertura di un’officina meccanica di precisione vicino a casa, in via Sarpi. Tornitore lui, fattorina lei.
Così, i coniugi, fanno squadra non solo nella vita, ma anche sul lavoro, rafforzando giorno dopo giorno la loro unione. Fino ai giorni nostri. Nel dicembre dello scorso anno i figli, che nel frattempo sono venuti a vivere in Brianza, decidono di «avvicinare» i genitori, che si accomodano alla Rsa «Machiavelli», dove continuano la loro vita coniugale come fosse il primo giorno.
«Abbiamo vissuto a Milano per 66 anni, sempre nella stessa casa - dicono con straordinaria lucidità e forza di spirito - Adesso siamo qui e ci troviamo molto bene. Siamo stati fortunati, ci hanno anche permesso di avere una camera doppia che condividiamo. Così possiamo continuare a vivere insieme. Non avremmo sopportato l’idea di rimanere divisi proprio ora, dopo tutto questo tempo. E i medici ci hanno capito».
Anche perché dopo 70 anni di matrimonio sarebbe stato difficile convincerli del contrario. Ora, dopo un viaggio tra quei ricordi che i decenni e gli acciacchi non hanno affatto cancellato, possiamo tornare al presente e porgere di nuovo la domanda che, dopotutto, rappresenta il cardine di questa storia: qual è il segreto di un amore così eterno?
Per Giulio, come detto, è «non contraddire mai la moglie», ma dopo sorrisi e rimproveri è Luisa a svelare la ricetta perfetta: «Parlarsi, ascoltarsi e avere tanta pazienza - dice con tono sicuro mentre il marito la guarda sorridente, come se il tempo per entrambi non fosse mai passato - Oggi sono sempre meno le persone che si sposano, ma non capisco il perché. E’ così bello condividere la vita e le passioni con qualcuno che si ama. Noi ci siamo sempre voluti bene, abbiamo sempre fatto tutto insieme e non ci siamo mai lasciati. Neppure adesso che siamo in casa di riposo».
In fondo il segreto sta tutto qui. Perché in un’epoca in cui tutto pare superfluo e anche le relazioni sempre più effimere, l’esempio di questa coppia di sposini non può che invitarci a riflettere su cosa sia davvero l’amore reciproco. Non un sentimento, ma piuttosto un modo di guardare alla vita in maniera semplice e genuina. Mano nella mano con la persona più cara, puntando lo sguardo verso l’orizzonte oltre ogni tempesta. Insieme. Anche dopo 70 anni. Senza dimenticare un pizzico di ironia, che tutto sommato non guasta mai.
E allora non solo tantissimi auguri per questo traguardo, carissimi Luisa e Giulio. Ma anche, e soprattutto, grazie.