Carate Brianza

«Basta con i pregiudizi su scuola pubblica e privata»

In una lettera al giornale l’assessore all’Istruzione interviene sul dibattito che ha animato l’ultima approvazione del Piano per il diritto allo studio

«Basta con i pregiudizi su scuola pubblica e privata»
Pubblicato:

di Ian Farina (*)

Egregio direttore,
dopo il Consiglio comunale del 30 settembre vorrei riprendere alcuni aspetti che sono emersi sul tema della scuola durante l’approvazione del Piano comunale di attuazione del diritto allo studio 2024-2025. Come sempre, i temi della scuola e dell’educazione hanno acceso in quella sede discussioni importanti tra i consiglieri, a partire da ideali e da impostazioni politiche differenti.

Tra i vari temi emersi ce n’è uno che, continuamente, emerge nella storia del nostro paese: quello fra scuola pubblica e scuola privata.
Quest’anno ricorrono i settant’anni dalla morte di Alcide De Gasperi. Nel 1921 (103 anni fa!) De Gasperi, in risposta ad alcune affermazioni secondo lui sterili dell’Unione Magistrale sul valore della scuola di Stato rispetto a quella libera, disse: «Oggi la lotta è tra coloro che vogliono sinceramente una scuola seria, formativa, educativa, e coloro che, per vecchi pregiudizi e per interessi inconfessabili, si aggrappano alla scuola quale è attualmente».

Carate Brianza è una città che si distingue oggi per la ricchezza di scuole di ogni ordine e grado: 3 asili nido, 5 scuole dell’infanzia, 4 scuole primarie, 2 scuole secondarie di primo grado e 3 scuole secondarie di secondo grado. Scuole nate e gestite dal Comune, dallo Stato, dal mondo del privato e da enti morali. Anche oggi le parole di Alcide De Gasperi diventano attuali perché c’è da decidere se indirizzare ancora il dibattito, l’impegno politico e, di conseguenza, il nostro lavoro sulla distinzione tra scuola pubblica (cioè di tutti) e scuola paritaria (non usiamo più il termine privato), se il vero servizio pubblico viene dato solo dalle scuole di Stato e non anche da quelle paritarie.

Ritengo che sia più importante superare questi «pregiudizi», come De Gasperi li chiamava, per dedicarci a «cose» più importanti: all’educazione dei bambini e dei ragazzi nel contesto sociale che viviamo; alla formazione degli insegnanti e degli educatori e alle esigenze delle famiglie. Temi e priorità che si sviluppano e si arricchiscono nel dialogo tra i diversi soggetti scolastici, senza alcuna distinzione.
In Consiglio comunale ci si è soffermati a discutere sulle cause che in questi ultimi anni portano le famiglie a scegliere le scuole dell’infanzia gestite dagli enti morali a scapito di quelle comunali.

Dai banchi della minoranza, su questo tema, sono emerse queste considerazioni: «Ci sono elementi che andrebbero valutati per arrestare questo trend, come la distribuzione dei bambini con background migratorio tutti riversati nei plessi pubblici».
Ecco, su queste affermazioni, faccio ancora riferimento alle parole di Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori della nostra Costituzione: «Il loro affermato rispetto per ogni fede religiosa non arriva fino al punto da permettere a chi vuole educare i figli in piena conformità ai propri principi religiosi, di avere parità di condizioni e di diritti nelle scuole private come nelle scuole di Stato...».
I nostri padri fondatori ci hanno insegnato che ogni uomo è libero di scegliere per i propri figli la scuola e l’ipotesi educativa in cui crede. Noi, come politici, dobbiamo servire la libertà e le scelte dei nostri concittadini.

Se fossimo gli artefici della «distribuzione» dei bambini nelle scuole, andremmo verso una deriva di potere molto pericolosa. Secondo la minoranza, una delle cause che porterebbero i caratesi di nazionalità italiana ad indirizzare i propri figli verso le scuole dell’infanzia paritarie sarebbe la presenza di un elevato numero di bambini stranieri nelle scuole dell’infanzia comunali. Rimango sinceramente sorpreso che la sinistra oggi ritenga la nostra comunità ancora incapace di considerarsi integrante e multiculturale.
Caro direttore, ti ringrazio per l’attenzione che il «Giornale di Carate» riserva a temi così importanti come l’educazione e la scuola e ritengo che sia sempre necessario fare cultura su questi argomenti, perché sono le fondamenta anche del nostro impegno politico.

(*) Assessore all’Istruzione

Seguici sui nostri canali
Necrologie